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TRAGEDIA NELLO STRETTO: MARTINO (MIGRANTES), RAFFORZARE LA SOGLIA DELLA SICUREZZA
Si resta sbalorditi a queste notizie di incidenti che ancora oggi si possono verificare in un pezzo di mare conosciuto e dove circolano quotidianamente molte navi. Così mons. Vittorio Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, commenta al SIR l’incidente tra l’aliscafo Segesta Jete una nave container nello Stretto di Messina che ha provocato la morte di quattro persone, tutte dell’equipaggio e il ferimento di molti passeggeri. Mons. Mondello si è recato questa mattina all’ospedale Riuniti di Reggio Calabria per visitare i feriti che hanno ringraziato i passeggeri che si sono prodigati subito per aiutare i fratelli in situazione di difficoltà.
Il presule sottolinea la prontezza degli operatori sanitari che hanno prestato aiuto e soccorso a questi fratelli. Ci sono stati addirittura alcuni infermieri che si sono presentati al nosocomio, pur non essendo in servizio, per mettersi a disposizione. Questo è un gesto molto bello, da apprezzare. Questo incidente, dice don Giacomo Martino, direttore nazionale della pastorale dei marittimi della Fondazione Cei Migrantes, richiama ancora una volta il tema della sicurezza sulle navi e della qualità del lavoro dei marittimi.
La soglia della sicurezza su questi mezzi va rafforzata, afferma mons. Calogero La Piana, membro della Commissione episcopale per le migrazioni (Cemi) e neo-arcivescovo di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. Secondo mons. La Piana, una circostanza simile invita ad una maggiore attenzione, cura e sicurezza per tutto ciò che è nelle possibilità umane. Ieri al porto, poche ore dopo la tragedia aggiunge La Piana – ho visto tanta sofferenza nei feriti. Il presule, che ha visitato anche i feriti negli ospedali di Messina, ha espresso solidarietà e conforto a loro, ai loro familiari e alla città intera che ancora una volta piange le sue vittime.
In questo momento dice don Piero Furci, segretario della Commissione per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza episcopale calabra – occorre evitare polemiche intorno a questa tragedia e stringerci vicino a coloro che sono rimasti coinvolti. Credo afferma Furci che non servono diatribe. Già in Calabria e nel Sud Italia ce ne sono troppe. Ora occorre che tutti facciano il proprio dovere: la grande solidarietà che si è manifestata anche in questa occasione deve essere monito per restare uniti nelle situazioni drammatiche che viviamo quotidianamente.