Italia

Tariffe, costa più un figlio che allevare un vitello

In Italia, in diversi casi, è più conveniente allevare vitelli che crescere figli. È quanto emerge da uno studio dell’Associazione nazionale famiglie numerose che chiede «tariffe dei servizi più eque per le famiglie con più figli», specie se con redditi medio-bassi.

«L’attuale sistema tariffario di acqua, elettricità, gas e rifiuti – spiega Paolo Puglisi, pisano, segretario Anfn – penalizza le famiglie con più figli, perché le equipara ai single o alle famiglie small sprecone».

L’associazione trova iniquo l’attuale calcolo delle utenze domestiche delle reti pubbliche «nato durante la crisi petrolifera degli anni Settanta dello scorso secolo per penalizzare i consumi eccessivi: lo trovo iniquo perché non tiene conto del numero dei componenti del nucleo familiare servito. Accade infatti che, oltre una certa soglia di consumo, ogni metro cubo o kW di acqua, gas o elettricità in più di cui si usufruisce, debba essere ‘moltiplicato’ per una tariffa più alta. Se l’intento è quello di punire gli spreconi, centra solo in parte l’obiettivo: infatti, finisce con il penalizzare le famiglie con più figli. Esse, giocoforza, superano il primo scaglione di consumi, ma non sono sprecone: se dividessimo il consumo complessivo per il numero dei componenti delle famiglie extralarge, troveremmo, al contrario, che sono… assai parsimoniose».

Anfn prende spunto dal caso dell’acqua: «in diversi casi – dice – le tariffe dell’acqua sono più vantaggiose per gli allevamenti degli animali che non per le famiglie che crescono i loro bambini».

Paolo Puglisi  ha sotto mano due bollette spedite dalla società Ato Vicentino Servizi ad un allevatore che usa l’acqua per l’allevamento delle sue mucche e a una famiglia vicentina che, invece, fa uso domestico di acqua.Le richieste per la fognatura e le spese di depurazione sono identiche.

Quanto al resto, l’allevatore paga qualche euro in più all’anno di quota fissa, ma può usufruire – per un uso illimitato di acqua – di una tariffa unica di 35 centesimi per ogni metro cubo (ovvero mille litri) di acqua consumata.

Le famiglie, invece, per l’uso di acqua domestica, pagano in base al consumo: la tariffa sociale, applicata a chi non consuma più di 108 metri cubi di acqua all’anno – ovvero 295 litri di acqua al giorno – è di 46 centesimi al metro cubo.

L’acqua costa molto di più se in famiglia l’acqua utilizzata per dissetarsi, farsi una doccia, lavare i panni sporchi o i piatti con la lavastoviglie supera questa soglia: 70 centesimi a m³ se si consuma tra i 108 ed i 144 mc all’anno, 99 centesimi a mc se si consuma da 145 a 216 mc all’anno, 1 euro e 22 centesimi a mc se si consuma dai 217 ai 288 metri cubi di acqua, 1 euro e 57 centesimi al mc se si  consuma oltre 288 metri cubi di acqua.Si tratta, ovviamente, di un esempio paradossale. Che serve però a far capire capire quanto ancora inapplicato resti l’articolo 31 della Costituzione (ricordate? «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose»).

L’associazione delle famiglie numerose ritiene che gli operatori idroelettrici dovrebbero tenere conto delle dichiarazioni Isee per applicare tariffe meno care alle famiglie con più figli e più in difficoltà. E tutto questo nel «rispetto della libertà di mercato che caratterizza con diverse gradazioni questi settori».

Ecco cosa succede con i gestori in Toscana

E in Toscana, cosa succede? Abbiamo cercato, a titolo di esempio, le tariffe applicate da alcune delle aziende che si occupano del recupero, del trattamento e della fornitura di acqua alle famiglie della nostra regione.

Acque Spa (sede legale ad Empoli) serve il Basso Valdarno – 5 province, 57 comuni, 750mila abitanti -. prevede, per i residenti, una tariffa agevolata di 1,82 euro a metro cubo entro i primi 80 metri cubi di acqua consumata. La stessa tariffa a mc  è richiesta ad un allevatore per l’uso di acquedotto,  fognatura e per la depurazione dell’acqua: ma l’allevatore, a differenza di una famiglia che utilizza l’acqua per il menage quotidiano, può usufruire della tariffa agevolata ad libitum.

Superati gli 80 mc, scatta per l’utenza domestica la tariffa base (tra gli 81 e i 200 mc  di acqua consumata in un anno), pari a 2,42 euro a mc  di acqua consumata. Oltre i 200 mc , acquedotto, fognatura e depurazione costano 3,3 euro a mc , oltre i 300 quasi 4 euro a mc .

L’Acquedotto del Fiora serve 56 comuni nelle province di Grosseto e Siena, 410mila abitanti che salgono a 600mila nei mesi estivi. Cinque gli scaglioni previsti per l’utenza domestica: la tariffa agevolata (entro i 70 mc di acqua annui) è di 0,7 euro a mc, quella base (tra i 70 ed i 130 mc) di 1,17 euro a mc, tra i 131 ed i 200 mc 1,97 euro a mc, tra i 201 ed i 350 2,9 euro a mc, oltre i 350 più di 5 euro a mc. Per la zootecnia, un’unica tariffa, fissata in 93 centesimi a metro cubo di acqua consumato.

Publiacqua fornisce acqua a 1.277.000 abitanti delle province di Firenze, Prato, Pistoia e una parte di Arezzo. Gestisce una rete di 9792 km di acquedotto, 6.167 km di fognatura, 241 impianti e due laboratori. Per l’uso domestico applica una tariffa agevolata (entro i 60 mc di acqua/anno utilizzata) di 1,46 euro a mc; una tariffa base (61 mc/150 mc) di 2,3 euro a mc. Penalizza le eccedenze – e dunque anche le famiglie numerose: chi utilizza tra i 151 ed i 200 mc di acqua l’anno per uso domestico deve corrispondere 3,8 euro a mc, oltre quel consumo addirittura 5,1 euro a mc. All’allevatore, invece, viene chiesta la tariffa di 2,3 euro a mc, senza limiti di consumo.