Italia

Terremoto, Renzi: almeno 120 i morti e 368 i feriti

Il presidente del Consiglio ha parlato del numero delle vittime già estratte dalle macerie: «Sono 86 i morti nel Reatino e 34 nell’area di Arquata, nelle Marche – ha ricordato Renzi -, ma è possibile che questo numero cresca». Comunque, ha detto il premier, il numero di 120 vittime «non lo definirei una minima parte». Anche fare una prima ipotesi del numero dei dispersi non risulta semplice. Secondo Renzi, «se fosse ottobre ci sarebbe una possibilità diversa di fare un computo delle vittime, in questo periodo la popolazione di quei comuni va moltiplicata per dieci». Il presidente del Consiglio ha anche voluto ricordare che in questi frngenti emerge «un’Italia profondamente solidale. Stiamo vedendo arrivare non solo le colonne mobili delle organizzazioni istituzionali ma anche di volontari e associazioni. L’emergenza avrà purtroppo un lungo periodo di gestione, ma dovremo essere all’altezza della sfida». Il premier ha anche promesso: «Daremo certezza sui tempi della ricostruzione». Ma, questo, da domani: «Da domani e per i prossimi mesi, saremo operativi sulla ricostruzione, ora è anche il momento in cui si possa far scendere qualche lacrime, per chi crede è il momento della preghiera, per chi non crede è il momento del rispetto. Questo è il momento della commozione». Il Consiglio dei ministri di domani proclamerà lo stato d’emergenza per le zone colpite dal terremoto.

Lazio, Marche e Umbria sono le Regioni in cui gli effetti del terremoto sono stati più devastanti. Le operazioni di ricerca e soccorso procedono ininterrottamente dalle prime ore dopo la scossa e proseguiranno tutta la notte alla ricerca di eventuali sopravvissuti. I maggiori danni si registrano nei Comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Si tratta di comuni piccoli, con numerose frazioni, e questo rende le operazioni particolarmente complesse. Attivate per attività di soccorso e assistenza alla popolazione – con allestimento di aree di accoglienza complete di cucine da campo – le colonne mobili, oltre che delle Regioni colpite, di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Molise, Toscana, Emilia-Romagna e delle organizzazioni nazionali di volontariato Anpas e Misericordie. Impegnata sul campo anche la Croce Rossa Italiana. Pronte a partire anche le colonne mobili di altre regioni d’Italia. Operative nelle attività di ricerca e soccorso anche le sezioni del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e numerose unità cinofile di Regioni, Province Autonome e strutture operative del servizio nazionale.

Su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le Regioni colpite dal terremoto e grazie agli operatori di telefonia mobile e ai media, è stato attivato il numero 45500 per la raccolta di fondi attraverso l’invio di sms del costo di 2 euro. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma.