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«UN ANNO FA IL G8 DI GENOVA», MANIFESTO DI «VITA»

“Un anno fa, oggi”: questo il titolo del manifesto firmato da 50 personalità del mondo sociale, culturale, economico internazionale per rilanciare l’attenzione sul problema della globalizzazione. Promotore dell’iniziativa è il settimanale “Vita” che lo ha pubblicato sull’ultimo numero: tra gli italiani firmatari figurano Savino Pezzotta, Luigi Bobba, Massimo Cacciari, Franco Cardini, Luca Jahier, Ermete Realacci, Luisa Santolini, Ernesto Olivero, don Antonio Mazzi, mons. Antonio Riboldi. Tra le firme internazionali compaiono quella del fondatore della Grameen Bank (la prima banca etica) Muhammad Yunus e di Ann Pettifor impegnata nelle battaglie per la riduzione del debito. I firmatari si sono incontrati domenica 14 luglio a Collevalenza, insieme ai rappresentanti di un centinaio di associazioni cattoliche del coordinamento “Prendiamo il largo”, per discutere il manifesto che è stato diffuso da “Vita”.

“Un anno fa le nostre domande ed attese erano diventate coscienza diffusa, sentimento condiviso”, si legge nel manifesto. “Per difendere questo patrimonio di coscienza collettiva – prosegue – oggi 20 luglio 2002, noi chiediamo che le ragioni della speranza in un mondo più giusto riprendano voce e posto nel dibattito sul futuro del mondo e del suo governo”. Il manifesto contiene cinque “noi ci impegniamo” e cinque “noi chiediamo”. “Noi ci impegniamo – scrivono i firmatari – a promuovere un nuovo sistema mondiale di regole in cui non il più forte ma il più debole abbia maggiori tutele”. Ma allo stesso tempo, “noi chiediamo di passare dalle parole ai fatti”, destinando l’0,7% del Prodotto interno lordo ai Paesi più poveri e promuovendo “un’economia davvero libera” e pluralista. “Un anno fa – si legge ancora nel manifesto – avevamo immaginato, sognato e chiesto una svolta radicale nei metodi della politica mondiale. Avevamo auspicato una nuova gerarchia nelle priorità del governo del pianeta. Avevamo chiesto una politica ispirata alla responsabilità”. Poi, “il rumore della violenza prese il sopravvento sulle parole e sulle promesse degli otto leader più potenti della terra”. Ma oggi, a un anno di distanza “noi ci impegniamo ad affermare ovunque la ferma convinzione che la violenza, la guerra, le rappresaglie e il terrorismo non sono mai una risposta alle istanze di giustizia, di sicurezza e di equità”. E allo stesso tempo “chiediamo ai responsabili delle nazioni che rafforzino la loro azione di tutela dell’originalità e delle ricchezze del creato, che stiamo consumando, dilapidando e manipolando in modo irresponsabile”.Il testo dell’appello