Italia

UNIVERSITÀ: FUCI, SUL DECRETO 133/2008 «NON È SOLO QUESTIONE DI SOLDI»

“L’Università italiana vive una fase di profonda criticità e necessita quindi di cambiare e regolamentarsi. Eppure crediamo che sia sbagliato farlo attraverso tagli alle risorse in maniera così indiscriminata come prospettato dal decreto 133”. La Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana), in una nota, esprime “perplessità e preoccupazione” per le norme contenute nel decreto 133/2008 in materia di scuola, università e ricerca. Il pericolo più serio, per la Fuci, “è che ad essere colpiti siano soprattutto i soggetti più deboli: studenti e ricercatori”. Gli studenti, infatti, “corrono il rischio di essere sempre più privati di servizi ed infrastrutture fondamentali e anche il percorso avviato sul tema del diritto allo studio potrebbe subire una forte battuta d’arresto”. Per quanto riguarda la ricerca, “il pericolo principale è che, con la possibilità per gli atenei di trasformarsi in fondazioni private, i progetti possano essere commissionati dai finanziatori di turno, a scapito della ricerca di base”. A questo si aggiunge “il grave e annoso problema dei precari delle nostre università che, con il blocco del turn-over al 20%, rischiano di essere ancor più penalizzati”. Elemento ancora più preoccupante, dicono alla Fuci, “se pensiamo che l’Italia è il Paese con la classe docente più vecchia d’Europa. “Pur non condividendo necessariamente tutte le forme di protesta alle quali stiamo assistendo in questi giorni infuocati per l’Università italiana”, l’auspicio della Fuci è che ci sia “un dibattito serio, responsabile e partecipato che coinvolga il maggior numero possibile di studenti e docenti”. La Fuci evidenzia “soprattutto il grave problema di metodo che ha contraddistinto la stesura e l’approvazione del decreto”. In particolare “la scelta di ricorrere ad una decretazione d’urgenza ha privato della possibilità di un confronto importante con le associazioni e i rappresentanti del mondo studentesco e dei docenti”. “Il nostro auspicio è che la necessità di effettuare tagli sulla spesa pubblica – prosegue la Fuci – non colpisca in maniera indiscriminata il mondo dell’università e della ricerca, nel quale crediamo profondamente come principale propulsore e luogo di crescita fondamentale per il futuro del Paese. Auspichiamo invece che si sviluppi un rinnovato concetto di valutazione della qualità dei nostri atenei, a cui corrispondano anche finanziamenti meglio distribuiti e più congrui e un maggiore investimento sulla didattica e la ricerca, assolutamente necessario per non rallentare ulteriormente lo sviluppo scientifico del nostro Paese”.Sir