Italia

Un rinnovato impegno per i cristiani del Medio Oriente

di Renato Burigana

Si è svolta a Roma l’assemblea della Roaco (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali), presieduta dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. La Roaco è impegnata dal 1949, anno della sua fondazione, nel sostegno ai cristiani che vivono in oriente. Ne fanno parte Agenzie e Fondazioni che raccolgono aiuti in Germania, Francia, Svizzera, Paesi Bassi e Austria e che s’impegnano al sostegno finanziario in vari settori, dall’edilizia per i luoghi di culto, alle borse di studio, dalle istituzioni educative e scolastiche a quelle dedite all’assistenza socio-sanitaria. Vengono realizzati progetti concreti di aiuto alle popolazioni, come la costruzione di una casa di ospitalità per anziani a Teheran, l’ultimo in ordine di tempo. La «Fondazione Giovanni Paolo II» è l’unica realtà italiana chiamata a farne parte. Mons. Luciano Giovanni, vescovo di Fiesole e presidente della Fondazione ha preso parte ai lavori.

Quali sono stati i temi affrontati in questa riunione?

«In quest’ultima assemblea abbiamo trattato principalmente il tema dell’assistenza ai preti anziani e malati che fanno parte delle Chiese orientali, sia nei Paesi dell’Est  che in Medio Oriente. La situazione dei sacerdoti è precaria, vivono infatti senza previdenza e senza assistenza quando sono ammalati. Abbiamo deciso di aiutare le singole comunità locali, perché realisticamente queste non possono, senza l’aiuto di tutta la Chiesa, assistere i sacerdoti anziani e malati».

I cristiani in Medio Oriente stanno vivendo un momento molto difficile, basta pensare a quello che sta accadendo in Iraq? Dove la “guerra ha scatenato le forze del male”, come è scritto nei “Lineamenta” per il Sinodo sul Medio Oriente.

«Sì, per i cristiani che vivono in Medio Oriente l’attuale momento è veramente difficile e drammatico. In tutti gli interenti, così come nei diversi progetti che le singole Agenzie hanno in corso, sono emerse queste gravi difficoltà. Il tema dell’Iraq è venuto fuori come molto drammatico e tragico. Tutti lo abbiamo messo in evidenza, tutti abbiamo sottolineato la situazione di persecuzione che stanno vivendo i cristiani in quel Paese».

Il cardinale Sandri ha annunciato che la prossima riunione di giugno sarà dedicata a una riflessione proprio sul prossimo Sinodo sul Medio Oriente. C’è una forte attesa per questa prima assemblea di tutta la Chiesa orientale.

«C’è molta attesa per il prossimo Sinodo sul Medio Oriente. Vi prenderanno parte tutte le Chiese sia quelle greco-cattoliche che quelle latine. Sono stati presentati i Lineamenta e tutti abbiamo concordato che il Sinodo è un fatto molto importante per tutta la Chiesa. L’esodo, a causa delle persecuzioni e della difficile situazione politica ed economica, che alcune di queste chiese stanno vivendo è un fatto che preoccupa. Anche perché i cristiani sono elemento di dialogo e di pacificazione all’interno di quei Paesi. Per questo al Sinodo verrà dedicata una ampia riflessione durante la prossima Assemblea della Roaco».

Quali le iniziative per sensibilizzare il mondo sui problemi di quell’area?

«Un impegno più forte di tutte le Agenzie che lavorano insieme e per le Chiese orientali. Dobbiamo sensibilizzare tutte le chiese, le diocesi, le comunità  parrocchiali a un impegno sempre più forte di vicinanza, comunione e condivisione con i nostri fratelli e sorelle che vivono in quei Paesi. Il Sinodo per il Medio Oriente, la sua preparazione, il viaggio che il Santo Padre farà a Cipro nel prossimo mese di giugno saranno tutti momenti “forti” per entrare nel giusto clima sinodale. Una vicinanza non solo affettiva, ma anche effettiva».