Italia

Unioni civili: Forum famiglie, «Il testo Cirinnà va cestinato»

La delegazione delle associazioni familiari ha ribadito la convinzione che «i diritti individuali delle persone possono e devono essere garantiti a tutti indipendentemente dallo status personale. Siamo pertanto favorevoli all’esplicito riconoscimento di diritti quali l’assistenza sanitaria o penitenziaria, il diritto ad abitare nella casa comune in caso di decesso di una delle parti dell’unione, il diritto alla prosecuzione del contratto di locazione». L‘estensione di alcune prerogative ad oggi riservate ai coniugi necessiterà, invece, «di un esame approfondito per evitare di introdurre una disciplina analoga per le famiglie e per le unioni di fatto, come indicato dalla Corte costituzionale». Perciò, il Forum ha chiarito: «Sulla proposta di testo base della relatrice, sen. Cirinnà, non possiamo che esprimere un giudizio fortemente negativo, anche tenuto conto che altri disegni di legge all’esame della Commissione sono molto più equilibrati e corrispondenti sia al dettato costituzionale sia alle reali esigenze delle relazioni affettive che ci si accinge a disciplinare».

«La proposta di testo base presenta infatti profili di illegittimità costituzionale perché di fatto introduce il matrimonio tra persone dello stesso sesso equiparando in più disposizioni le unioni tra persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio. Già solo tale piena equiparazione deve comportare la reiezione del testo per manifesta incostituzionalità», ha sottolineato il Forum che è rammaricato perché la senatrice Cirinnà abbia deciso di alzarsi ed abbandonare l’aula. Evidentemente la relatrice non ha bisogno di contraddittorio. La delegazione ha anche sostenuto che «alla famiglia, quale nucleo fondante della società, deve essere riconosciuto il ruolo preminente di formazione delle nuove generazioni e di fattore di coesione sociale» come sostenuto dalla Costituzione, dal Codice civile e come riaffermato recentemente dalla Corte costituzionale. In quest‘ottica risulta evidente che la vera emergenza di cui lo Stato deve farsi carico «è la necessità di investire sulla famiglia» per cui «sono urgenti politiche sociali che prendano in carico la famiglia nel suo ricco insieme di relazioni, non che si rivolgano alla singola persona. Come anche politiche abitative e del lavoro che puntino ad una piena armonizzazione tra vita familiare e vita lavorativa, e politiche fiscali mirate alla famiglia».