Italia

Unioni civili e obiezione di coscienza: sindaco Castiglion Fiorentino, «non sono un alieno»

Il sindaco è diventato il simbolo della protesta dei sindaci che vogliono sia salvaguardata la possibilità di non essere coinvolti nel «rito». Durante la conferenza stampa, organizzata dall’Associazione Pro Vita, è stato reso noto che la raccolta di adesione alla richiesta dell’emendamento è stata lanciata nei giorni precedenti alla Pasqua e ha ottenuto finora il placet di un centinaio di sindaci, di tutte le estrazioni politiche. Agnelli è venuto alla ribalta per un post pubblicato su Facebook  nel quale ha scritto, a inizio febbraio: «Ultimi o primi in Europa in tema di diritti civili, dico la mia senza voler discriminare nessuno e spero di non essere discriminato per il mio pensiero. Da sindaco non intendo celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e lascio piena libertà di scelta a tutti i miei consiglieri che non la pensano come me». Durante la conferenza stampa Agnelli ha tenuto a precisare: «Io non sono contro nessuno, ma a favore della famiglia naturale».

Nel corso della conferenza stampa organizzata dall’Associazione ProVita, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati a Roma, il deputato Fabrizio Di Stefano, ha presentato «un emendamento al ddl Cirinnà che introduca la facoltà, per sindaci e amministratori pubblici, di ricorrere all’obiezione di coscienza. L’amministratore pubblico dovrà comunicarlo al sindaco e il sindaco al prefetto».  Oggi era l’ultimo giorno utile per presentare emendamenti al ddl Cirinnà. «Abbiamo accolto – ha proseguito Di Stefano – il grido sollevato dal sindaco di Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli. L’Italia è un paese in cui si è attenti a rispettare la sensibilità di tutti, in cui si modificano i menù delle mense scolastiche per rispettare i convincimenti degli allievi, in cui si tolgono i crocifissi dagli ospedali e i presepi dalle scuole, che pure fanno parte della nostra tradizione culturale. Sarebbe giusto, perciò, rispettare anche la volontà di quei sindaci e amministratori pubblici che non intendono registrare le unioni civili di persone dello stesso sesso. Sarebbe giusto, infatti, rispettare la sensibilità di quella che è ancora la maggioranza del Paese. Solo nella mia regione, l’Abruzzo, una quarantina di sindaci hanno aderito alla richiesta di poter avvalersi dell’obiezione di coscienza».

«Condivido totalmente l’iniziativa di un emendamento che introduca l’obiezione di  coscienza per i sindaci rispetto alla registrazione delle unioni civili». Anche per Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli, è giusto «sollevare in questo caso la clausola di coscienza, che è garantita dalla nostra Costituzione e da carte internazionali. L’Italia ha bisogno di un sussulto di civiltà. A mio avviso, non siamo il finalino di coda per i diritti e non sarà la legge sulle unioni civili che ci renderà un faro di civiltà». Dopo aver ribadito l’importanza della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, sancita dall’articolo 29 della Costituzione, Gandolfini ha messo in guardia dai «rischi di svilire l’istituto giuridico familiare. È come scoprire il vaso di Pandora». Il presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli ha anche messo in conto che l’iniziativa, pur lodevole, dell’emendamento sull’obiezione di coscienza per sindaci e amministratori pubblici sia vanificata dalla «possibilità che il ddl, così gira voce, sia blindato anche alla Camera, ma questo sarebbe un secondo schiaffo alla democrazia». Gandolfini ha anche ricordato che «la sensibilità del nostro popolo va in un’altra direzione: la gente si sente silenziata. Per questo, in vista delle prossime elezioni amministrative, invitiamo a guardare i programmi dei candidati per quanto riguarda le famiglie». Gandolfini ha anche parlato della possibilità di incostituzionalità di alcuni passaggi del ddl Cirinnà e del no al referendum di ottobre per le riforme costituzionali.