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VOTO AGLI IMMIGRATI: MIGRANTES, LO CHIEDIAMO DA DIECI ANNI

La Migrantes, come altri gruppi di ispirazione cristiana, sono da sempre stati favorevoli all’introduzione del voto amministrativo per gli immigrati. “Da più di dieci anni insistiamo su questo punto”, ricorda padre Bruno Mioli, direttore dell’ufficio per la pastorale degli immigrati esteri e dei profughi della Fondazione Migrantes, che vuole tenersi alla larga dalle strumentalizzazioni politiche ma giudica l’apertura del dibattito su questo tema “un passo in avanti da inserire in una politica più organica tesa all’integrazione degli immigrati”.

“Molti immigrati si chiedono ‘come mai oggi?’, ‘come mai proprio ora?’ – dice padre Mioli -. Ma a prescindere dalle intenzioni dei politici dobbiamo insistere perché il dibattito porti a risultati concreti”. Migrantes aveva già fatto proposte e pressioni in fase di elaborazione della precedente legge Turco-Napolitano perché il provvedimento fosse introdotto e nell’art. 2 sui “Diritti e doveri dello straniero” il comma 4 dice: “Lo straniero regolarmente soggiornante partecipa alla vita pubblica locale”.

Anche negli “Orientamenti pastorali per l’immigrazione” redatti dalla Cemi (la Commissione dei vescovi che si occupano di immigrazione) del 1993, aggiunge padre Mioli, “già si diceva che ai fini di una effettiva integrazione dell’immigrato si doveva favorire, tra le altre cose, anche ‘l’integrazione sociale a tutte le forme di partecipazione alla vita della comunità di accoglienza, compreso il diritto al voto nell’ambito amministrativo’ (n. 28)”.

Migrantes ricorda che la risoluzione n. 136 del 15 gennaio 2003, approvata a Strasburgo nell’ambito della Relazione annuale sui diritti umani dell’Unione, raccomanda agli Stati membri di estendere il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali e del Parlamento europeo a tutti i cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente nell’Ue da almeno tre anni”. Questo è già realtà in Svezia, Danimarca, Olanda, Irlanda, Norvegia e Spagna.Sir