Italia

Volontariato: Istat, nel 2013 un italiano su 8 ha svolto attività a beneficio di altri

Nel Nord-est, si legge nel rapporto, il tasso di volontariato totale è più elevato (16%) e il Trentino Alto-Adige (21,8%) si colloca al primo posto. Tra le ripartizioni seguono Nord-ovest (13,9%) e Centro (13,4%). Il Sud, invece, ha livelli di partecipazione più bassi (8,6%), dimezzati rispetto al Nord-est. Inoltre, gli uomini sono più attivi delle donne (13,3% contro 11,9%): questo è dovuto alla maggiore presenza maschile nel volontariato organizzato. Anche l‘agiatezza familiare incide nella propensione al volontariato: il tasso di volontariato totale risulta, infatti, massimo (23,4%) tra i componenti di famiglie agiate e raggiunge il minimo nelle famiglie che hanno risorse percepite assolutamente insufficienti (9,7%). Il 76,9% dei volontari che praticano l‘attività nelle organizzazioni vi si dedica con continuità da tre anni o più; in particolare ben il 37,7% porta avanti l‘impegno da più di dieci anni.

Il 23,2% dei volontari organizzati è attivo in gruppi/organizzazioni con finalità religiose, e presentano caratteristiche opposte al complesso dei volontari: sono più donne (29,7% contro il 17,5% degli uomini), residenti nel Centro-Sud (oltre il 30% nel Mezzogiorno contro il 19% del Nord e il 23,8% del Centro); si tratta di persone con un basso titolo di studio (il tasso raggiunge il 32,1% tra chi ha la licenza elementare o nessun titolo), una caratteristica connessa con le classi di età prevalenti in questo tipo di volontariato: giovani tra 14 e 24 anni e anziani di 75 anni e più. Dopo quello religioso, i settori di attività più frequentati dai volontari organizzati sono le attività ricreative e culturali (17,4%), il settore sanitario (16,4%) e il settore dell‘assistenza sociale e della protezione civile (14,2%). Spesso chi svolge attività di volontariato di tipo organizzato lo fa in più gruppi: l‘83,8% è attivo in un solo gruppo, il restante 16,2% in più gruppi. Tra le motivazioni nel prestare attività volontaria organizzata ai primi posti si collocano quelle identitarie, ideali, solidali e valoriali. Quasi i due terzi (62,1%) dei volontari organizzati svolgono la propria attività perché «credono nella causa sostenuta dal gruppo». Altre ragioni sono «dare un contributo alla comunità» (41,7%) e «seguire le proprie convinzioni o il proprio credo religioso» (25,8%).