Italia

WELFARE: IN UN VOLUME CONTRIBUTO RELIGIOSI A NASCITA STATO SOCIALE

(ASCA) – E’ stato presentato questa mattina in Campidoglio il volume “Per carità e per giustizia”, curato dalla Fondazione “Emanuela Zancan” di Padova, che ripercorre l’impegno degli istituti religiosi negli anni prima e dopo l’unità di Italia come precursori delle politiche di welfare dello Stato unito e promotori di esperienze innovative da cui ancora oggi c’é molto da imparare. Alla presentazione, organizzata dalla Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori (Cism) e dall’Unione delle Superiori Maggiori d’Italia (Usmi), che riuniscono rispettivamente i 22mila religiosi e le 80mila religiose d’Italia, insieme alla Fondazione Roma-Terzo Settore, hanno partecipato il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, il ministro del welfare Elsa Fornero, mons. Domenico Cancian, Vescovo di Città di Castello in rappresentanza della Cei, i presidenti dell’Usmi, madre Viviana Ballarin, e del Cism, don Alberto Lorenzelli. Per secoli, l’impegno degli istituti religiosi si è concretizzato nella costruzione di oratori per i giovani, cucine economiche per i poveri, convitti per le operaie, sostegno alle mondine e alle persone emigrate all’estero, protezione delle giovani, formazione professionale, impegno nelle fabbriche e altro ancora. Tutte iniziative ed esperienze diffuse capillarmente nel territorio nazionale, nelle grandi città come nelle realtà di campagna. Mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini, presidente della Fondazione Zancan, ha evidenziato come da queste opere emerga la “scelta preferenziale degli ultimi tra i poveri, delle persone disabili, fisiche e psichiche, dei dimenticati e discriminati dalla società“. E questo non solo per carità, ma soprattutto per giustizia: “La soddisfazione dei bisogni reali è da ritenere non privilegio di pochi ma diritto di tutti, ricchi e poveri” ha aggiunto. Secondo mons. Benvegnù-Pasini, dalla ricerca risulta evidente l’esigenza di “tenere sempre collegate la carità e la giustizia. I poveri non sono solo portatori di bisogni, ma anche e anzitutto soggetti di diritti. Alcuni di questi diritti sono fissati nella Costituzione, ma non ancora attuati per tutti”. Nel suo intervento, il card. Bertone ha ricordato i molti “santi ‘sociali’ che hanno contribuito alla costruzione dell’Italia nel XIX e nel XX secolo”. “La storia d’Italia – ha proseguito – è ricca di figure così, note e meno note, di persone totalmente dedite a Dio e, proprio per questo, realmente vicine e fattivamente solidali con quanti, in un’epoca di grandi trasformazioni sociali e di povertà, ne subivano i disagi e vivevano in gravi ristrettezze. Dallo studio emerge anche come tale molteplicità di opere caritative sia venuta progressivamente cristallizzandosi, almeno in parte, in strutture di assistenza stabili, a cui l’istituzione statale ha sentito il dovere di provvedere in proprio, essendosi conseguito a livello diffuso nella società un certo benessere economico, che ha permesso alla collettività di farsi carico sempre più di tali incombenze”.