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XXV CEN – LAVORO: ZAMAGNI (ECONOMISTA), I CATTOLICI DEVONO FARSI SENTIRE DI PIU’

(Fabriano, dagli inviati Sir) – “Includere” tutte le persone offrendo possibilità di occupazione, fare in modo che il lavoro sia “decente” in cui ciascuno si senta valorizzato, organizzare il lavoro perché sia compatibile con la famiglia, gli affetti, la vita comunitaria: sono le tre ricette che l’economista Stefano Zamagni ha offerto al Congresso eucaristico nell’incontro odierno di Fabriano sul tema “Eucarestia nel tempo dell’uomo (lavoro e festa)”. Presente il card. Giovanni Battista Re, che ha notato come “oggi stiamo vivendo una situazione difficile in campo economico e per uscirne c’è bisogno dell’apporto di tutti, a partire dai cattolici col loro patrimonio di valori sociali”, augurando che intervengano “con creatività, coraggio, sobrietà e fiducia”, l’incontro ha visto una folta presenza di personalità e cittadini nel Teatro Gentile, tra di loro l’imprenditore fabrianese Francesco Merloni, ex-presidente nazionale dell’Ucid (Unione cattolica imprenditori e dirigenti). Zamagni, nella sua lunga relazione, ha rivendicato al cattolicesimo le intuizioni più originali ed efficaci sulla cultura economica e del lavoro. E’ partito dall’ “ora et labora” di S. Benedetto che – ha affermato – “per la prima volta ha messo sullo stesso piano la preghiera e il lavoro, come continuazione dell’opera creatrice di Dio e vocazione di ogni uomo”. “A differenza delle teorie più diffuse dell’ ‘economia politica’, che tendono ad includere soltanto coloro che sono funzionali alla produzione, e rigettano tutti gli altri, relegandoli alle cure del welfare state – ha proseguito Zamagni – l’ ‘economia civile’ punta all’inclusione basata sulla creazione di lavoro sia di tipo produttivo, sia dell’economia sociale di mercato, non necessariamente rivolta al profitto”. “Del resto – ha aggiunto – il capitalismo-profit realisticamente non può occupare più del 70% del totale delle attività imprenditoriali e quindi rimane un ampio spazio per l’economia di mercato civile, dove creare imprese, società cooperative, onlus, fondazioni per servizi di cui la società ha comunque bisogno”. “E’ del resto intuitivo – ha voluto sottolineare – che se la legislazione favorisse decisamente tale settore si creerebbero (secondo studi dell’Agenzia per il terzo settore di cui lo stesso Zamagni è presidente, ndr) in pochi mesi 50-60 mila imprese, con notevoli ricadute per l’occupazione specie giovanile”. Parimenti ha esortato i cattolici “a farsi sentire di più, sia sul piano politico sia per quanto riguarda il settore delle imprese sociali e del volontariato dove sono i più rappresentativi, con oltre il 70% del terzo settore nel suo complesso che è di matrice, appunto, cattolica”. Dopo aver citato “Policoro”, l’iniziativa promossa dalla Cei con alcune diocesi del sud Italia per il lavoro giovanile, Zamagni ha affermato che “è un peccato gravissimo sul piano sociale il lavoro che umilia e fa sentire irrilevante le persone”. “Un lavoro ‘decente’ consiste invece nel realizzare il proprio potenziale e ciò è vantaggioso anche per le imprese, oltre che per il singolo lavoratore”, ha proseguito insistendo “sulla esigenza di ripensare i modelli di organizzazione del lavoro”. Ciò, in particolare per “la conciliazione del lavoro con la famiglia che, rendendo sereni i lavoratori, si ripercuote beneficamente anche in azienda”. Zamagni ha criticato, a questo riguardo, alcune direttive dell’Unione Europea che “sembrano andare in senso contrario a questo importante principio, mentre – ha rilevato – è tecnicamente possibile far marciare insieme famiglie e lavoro. Per questo occorre agire concretamente sul piano legislativo”. Su questi concetti hanno convenuto anche Giancarlo Abete, presidente nazionale dell’Ucid, e Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti: entrambi hanno rilevato la validità degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa, la lungimiranza degli insegnamenti dei Papi in campo economico e l’esigenza – ha detto Abete – “che i cattolici siano propositivi per preparare un futuro più degno per i giovani di oggi”.