Lettere in redazione

Brosio, Medjugorje e le testimonianze

Mi hanno detto di Brosio e dell’arcivescovo Benotto. Poi sul computer ho trovato: «Basta testimonianze in chiesa su Medjugorje, tue o di altre persone. Solo preghiere, Messa e adorazione». Questo è quanto mons. Giovanni Paolo Benotto avrebbe intimato a Paolo Brosio. È lo stesso giornalista a rivelarlo nel suo ultimo libro «Nella terra delle meraviglie», edito da Piemme. È ovvio che il vescovo ha diritto a dire che in chiesa ci deve essere solo preghiera, Messa e adorazione. Non solo ha diritto ma è un suo dovere. Quando poi siamo fuori e in compagnia, certo che si può parlare della Madonna e di Gesù!

Anch’io a Medjugorje ho ritrovato la fede. Era fine dicembre ’84 e faceva freddo. Per me fu come un’esplosione, un fuoco dentro e una gioia grande. Ma la fede non è qualcosa che si mette in tasca e buona notte. È un cammino quotidiano, bello ma talvolta duro e di sacrificio come in montagna. E Medjugorje non ti rende immune da cadute o da sbagli.

Brosio parla di Medjugorje e di se stesso, ma talvolta, nella foga, va un po’ fuori. Sai, se sbaglia Brosio, sbaglia Brosio. Ma se sbaglia un sacerdote è diverso. Mi ricordo di padre Vlasic. Difendeva Medjugorje ed era bravo. Era con padre Slavko e aveva più carisma di lui. Poi è andato fuori strada, coinvolgendo altri. Di Brosio ho letto che avrebbe detto: «Non c’è nessuna rottura con mons. Benotto, gli voglio bene… è il mio vescovo, obbedisco». E questo è un buon segno.

Non dimentichiamo che su Medjugorje la Chiesa ha fatto e sta facendo tanto. Sia Giovanni Paolo II e sia Benedetto XVI che ha istituito – a livello internazionale – una commissione presieduta dal cardinale Ruini. «I cristiani, ha ricordato il Papa, accolgono da Dio la salvezza e la testimoniano con un diverso modo di vivere».

Giovanni ManecchiaGhezzano (Pi)

Lo abbiamo scritto più volte: sulle vicende di Medjugorje occorre tanta prudenza. Capisco il fervore di Paolo Brosio, che da quell’esperienza si è sentito «trasformato», ma non si fa un buon servizio alla fede delle persone, puntando tutto sul «miracoloso». Quanto alla Commissione teologica, voluta dalla Santa Sede e presieduta dal card. Camillo Ruini, su alcuni siti è trapelato che i lavori starebbero procedendo in modo positivo. Credo però che fintanto queste presunte apparizioni non si saranno definitivamente concluse, la Chiesa non potrà dire una parola definitiva e continuerà ad invitare tutti alla prudenza.

Claudio Turrini