Lettere in redazione

Libertà di satira o libertà di offesa?

Caro Direttore,sono sempre stato contrario alla satira e alla ridicolarizzazione dei simboli religiosi e dei leader di qualsiasi religione in quanto offendono il sentimento di milioni di credenti. Credo che non bisogna confondere la libertà di espressione con la libertà di offendere. In questo momento mi riferisco a certe trasmissioni dove si offende il Papa e altri esponenti religiosi cattolici.I migliori attori e comici non hanno mai avuto bisogno di ricorrere a volgarità o satire offensive per farsi pubblicità. Mi domando però perché questi personaggi non osano menzionare i musulmani.Pino Manettiindirizzo email Dal 28 novembre al 1° dicembre Benedetto XVI sarà in Turchia con tappe ad Ankara, Efeso, Istanbul. È un viaggio significativo e impegnativo sia sotto il profilo ecumenico, con la preghiera comune col Patriarca di Costantinopoli, sia sotto quello del dialogo con il mondo islamico, senza dimenticare l’incontro, carico di affetto, che il Papa avrà con la comunità cristiana, molto numerosa all’inizio del ‘900 ed ora ridotta – per le tante persecuzioni – a poche migliaia, che vive con coraggio e serenità una situazione oggettivamente difficile. Sono incontri seguiti dai credenti di ogni religione con partecipazione orante, ma che si impongono all’attenzione di tutti perché possono incidere nelle relazioni tra nazioni, etnie e religioni.In quest’ottica le confesso, caro Manetti, che tornare a parlare di alcuni comici e delle loro scenette che hanno per protagonista il Papa o qualche suo collaboratore mi procura un certo disagio, tanta è la distanza tra la realtà e la finzione. E non vorrei inoltre che proprio noi dessimo loro un’importanza che non hanno né meritano.Ma tant’è, anche se da parte nostra si tratta di ripetere considerazioni già fatte.La satira, e l’umorismo di cui essa si nutre, può essere come è stato scritto «segno di attenzione e perfino di affetto, ma può trasformarsi in ironia, in sarcasmo ed anche in volgarità gratuita e questo è particolarmente grave quando investe persone e istituzioni che rappresentano valori, come quelli religiosi, sentiti e vissuti da tantissime persone». Per far satira quindi serve intelligenza, buon gusto, misura ed anche un pizzico di coraggio che certamente oggi non occorre quando si prende di mira il mondo cattolico. Questo, a mio parere, è il metro per valutare i vari Crozza, Fiorello, Littizzetto. E il più delle volte, siamo onesti, non meritano… la sufficienza, proprio come comici!