Lettere in redazione

Multa e 6 punti in meno, «agguato» al semaforo

La mattina del 2 dicembre andavo dal Casentino verso Faenza passando per Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella. Nel comune di Fiesole, alla periferia di Firenze, esattamente a Pian del Mugnone, ho preso un semaforo dal «giallo corto» con il rosso per un secondo. Erano le 4 di mattina. Questo mi ha comportato una multa di 150 euro e la perdita di 6 punti (meno male che la legge non prevede la fustigazione pubblica), cosa davvero troppo pesante a mio avviso e non credo che sia per educare l’automobilista. Potete sensibilizzare qualcuno su questo problema, almeno per non farmi perdere i punti? Purtroppo ho già pagato.Rossano B.Bibbiena (Ar) «Bucare» un semaforo con il rosso è mettere a rischio la propria vita e quella degli altri. Ben venga quindi qualsiasi strumento tecnico che aiuti a prevenire incidenti. Detto questo, ci possiamo però chiedere se le amministrazioni comunali ricorrano ai «Photored» (come del resto agli «autovelox») per aumentare la sicurezza o solo per garantirsi delle facili entrate. E nel caso del semaforo sulla «Faentina» a Pian del Mugnone, nel quale è incappato il nostro lettore (sistema «T-red» della ditta Kria), ho forti dubbi che serva a prevenire incidenti. Ad ogni modo chi riceve un verbale per questa infrazione e lo ritiene ingiusto, ha due possibilità: il ricorso al Prefetto (basta inviare le proprie motivazioni con una raccomandata o a mano) oppure – con l’assistenza di un avvocato – al Giudice di pace. La prima strada è gratuita e se entro 150 giorni non si ricevono comunicazioni è accettata. Però non si ha possibilità di contraddittorio. La seconda invece è più onerosa (dai 100 ai 300 euro) ma si ha la possibilità di far valere le proprie ragioni nel corso di un dibattito. E spesso i giudici di pace danno ragione all’automobilista. Il 5 febbraio scorso, ad esempio, il giudice di pace di Bologna, ha annullato il verbale di un’infrazione accertata con il dispositivo «Photored». L’avvocato è però riuscito a dimostrare che l’apparecchiatura era tarata male perché il primo dei due fotogrammi ritraeva l’auto quando aveva già impegnato l’incrocio e con luce rossa accesa da appena 13 decimi di secondo. Non era perciò possibile stabilire se al momento del passaggio il semaforo fosse stato arancione o rosso.In Italia vengono usati sette differenti tipi di dispositivi di rilevamento semaforico. Per alcuni di questi ( «Autostop mini K10» e «Photored F17») il Ministero ha ritirato l’omologazione. Per tutti comunque valgono alcune prescrizioni obbligatorie (su posizionamento, collaudo, tarature periodiche). Le possibilità di ricorso riguardano l’imprecisione del dispositivo, vale a dire l’uso di un sistema non omologato, o l’impiego improprio di uno regolare. Se i tempi di passaggio dal giallo al rosso sono troppo brevi per assicurare il transito a una velocità di sicurezza, ad esempio, non ci sono gli estremi per la contravvenzione. Vanno poi valutate le condizioni reali del traffico: ci si può per esempio trovare al centro dell’incrocio perché un pedone ha deciso di attraversare con il rosso e noi siamo fermi al centro dell’incrocio per non investirlo. Per questo ultimo caso è chiaramente consigliabile disporre almeno di un testimone.Claudio Turrini