Lettere in redazione

Prato, polemiche assurde per 13 profughi

Le cronache cittadine riportano l’incidente diplomatico tra Provincia e Comune di Prato. Casus belli: tredici persone «sbarcate» a Prato dopo lungo peregrinare, tredici profughi che possiamo e dobbiamo accogliere, in nome della solidarietà che la nostra città ha sempre dimostrato.

I nostri rappresentanti avevano posto il loro «no», in nome di un populismo degno dei leghisti della prima ora. Io amo la mia città; mi sento pratese anche se spesso tanti amici pratesi «doc» mi ricordano che – come rivela il mio cognome – sono un terrone, un «marrocchino», come ci chiamavano quando siamo arrivati dal Sud, tanti anni fa.

Inviterei i nostri amministratori ad essere meno impulsivi, l’opposizione ad addurre soltanto questioni politiche, e – se posso permettermi – a non coinvolgere la Diocesi; il nostro Vescovo ha dimostrato sempre una  coerenza ineccepibile. Anzi, in termini pratici, soltanto le istituzioni cattoliche riescono a dimostrare solidarietà concreta verso chi si trova in condizioni di grave ed urgente bisogno,come è accaduto ieri per i tredici profughi africani.

Antonio Di FuriaPrato

Sull’ultimo numero di Toscana Oggi (A Prato Comune e Provincia si fanno la guerra per 13 profughi), Damiano Fedeli ha ben ricostruito l’intera vicenda che ha visto scaternarsi una disdicevole guerra istituzionale sulla pelle di tredici poveri profughi costretti a fuggire da Misurata, dove lavoravano. Due coppie, una originaria dal Burkina Faso, con una neonata, una dalla Nigeria, sette persone del Bangladesh e due pakistani. Tutti con la guerra vera negli occhi. Quanti cittadini di Prato avrebbero chiuso le porte in faccia a questa povera gente? Alla base delle disgustose polemiche possono esserci state incomprensioni o «forzature» tra gli enti locali coinvolti (Regione, Provincia e Comune). E ciascuno deve riflettere per la propria parte se ha approfittato della vicenda per basse manovre politiche. Ma l’errore principale – a mio avviso – è stato quello del Comune di Prato, che si è subito «tirato fuori» dalla possibile accoglienza di profughi provenienti da Lampedusa. Giusto, procedere con prudenza, chiedendo che si tenga conto che il territorio pratese è quello con la maggiore presenza di immigrati. Sbagliato dire preventivamente di no a qualsiasi presenza.

Claudio Turrini