Lettere in redazione

Quei fischi ai senatori a vita

La vicenda della fiducia del Senato al nuovo Governo è stata sciupata dalla polemica sul voto dei senatori a vita, che – non s’è capito bene perché– non avrebbero dovuto votare non essendo stati «eletti dal popolo». Domanda: a parte che hanno sempre votato, se non possono votare cosa ci stanno a fare in Parlamento? Forse che abbian risposto tutti di sì, anche un grande imprenditore ex presidente di Confindustria, ha dato noia a chi sognava altre unanimità più … «classiste». I fischi, poi, sono stati davvero insopportabili: perché, anche se a qualcuno può dispiacere, l’aula di Palazzo Madama non è un bivacco.Umberto SantarelliFirenze L’episodio è stato davvero squallido, come il titolo di «Libero» del giorno dopo: «La dittatura dei pannoloni». Oltretutto al Senato l’astensione equivale ad un «no», per cui astenendosi tutti e sette avrebbero «bocciato» il governo Prodi. Ma il problema è serio: con questa legge elettorale strampalata al Senato sarà sempre così, chiunque vinca, perché è impensabile che una coalizione possa far «cappotto» in tutte le regioni. Così i senatori a vita diventano l’arbitro di ogni maggioranza.Claudio Turrini