Lettere in redazione

Se nessun manager guadagna più di Obama

Ho letto su un giornale che negli Stati Uniti d’America, che pure passa per un paese capitalista, dove arricchirsi non solo non è un peccato ma quasi un merito sociale, nessun funzionario pubblico, neanche il presidente della Federal Reserve, può avere uno stipendio superiore a quello del presidente degli Stati Uniti, perché giustamente nessun lavoro può essere considerato di maggiore responsabilità. Perché invece da noi il capo della Polizia – solo per fare un esempio -, guadagna, quasi il doppio del presidente Obama? E mi sembra ridicola la giustificazione di chi sostiene che altrimenti perderemmo questi manager pubblici. Ma siamo sicuri che un capo di gabinetto di un ministero verrebbe conteso dalle maggiori imprese mondiali? Questa davvero sembra una barzelletta.

Giorgio InnocentiFirenze

E’ proprio così. Negli Usa, dove pure il capo di Oracle, Laurence J. Ellison, nel 2010 aveva portato a casa tra stipendio e benefit 1,84 miliardi di dollari, gli stipendi dei manager pubblici sono bassi. In ogni caso nessuno può prendere più del presidente Obama (circa 400 mila dollari). Il presidente della Corte costituzionale, ad esempio, guadagna 223 mila dollari (171 mila euro), il direttore dell’Fbi, 110 mila euro, quello della Federal Reserve (la banca Usa), 154 mila euro. Se li rapportiamo a quelli dei manager italiani la differenza è scandalosa. Come scrive Romanello Cantini proprio su questo numero di Toscana Oggi, un ristretto gruppo di top manager pubblici italiani guadagna mediamente 650mila dollari l’anno, tre volte la media Ocse.

L’elenco del resto è pubblico. La lista di quelli che nel 2011 avevano stipendi superiori ai 294 mila euro era stata richiesta dal «Decreto Salva Italia». Al primo posto troviamo il capo della polizia Antonio Manganelli con 621.253,75 euro. Lo seguono il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, con 562.331,86 euro, il capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta, con 543.954,42 euro e Vincenzo Fortunato, Capo di gabinetto del Ministero dell’Economia, con 536.906,98 euro. Quindi troviamo nell’ordine: Raffaele Ferrara, Direttore dei Monopoli di Stato (481mila euro), Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Antitrust (475mila euro), Giampiero Massolo, segretario generale del Ministero Affari esteri con 412mila euro, Franco Gabrielli, Capo Dipartimento della Protezione civile (364.196 euro) e Cesare Patrone, direttore generale del Corpo Forestale (362mila euro).

E le amministrazioni locali non sono certo da meno. Basti pensare che il segretario generale del Comune di Lecce (meno di 100 mila abitanti) si porta a casa 205 mila euro l’anno. Nessuno pensa che tagliando questi stipendi si risolvano i problemi dell’economia italiana, ma è una questione di giustizia e di credibilità dello Stato.

Claudio Turrini