Lettere in redazione

Su Auschwitz una congiura dei media italiani

Ho letto attentamente l’articolo di Ennio Cicali su Toscanaoggi del 30 gennaio 2005, sui campi di concentramento e mi ha meravigliato e tanto rattristato. Mi ha meravigliato la mancanza dei più recenti dati storici e mi ha rattristato il suo carattere tendenzioso presente nei media italiani.

Cicali scrive: «4 milioni furono uccisi soltanto a Auschwitz» (ebrei). Se conosce la verità allora perché ripete le menzogne? Questa cifra è stata inventata da uno scienziato sovietico per scopi puramente politici. Oggi sappiamo che nel lager tedesco Auschwitz-Birkenau sono stati uccisi un milione di ebrei.

Scrive poi: «Altre categorie (deportati di vari paesi, internati tedeschi e austriaci, zingari, prigionieri di guerra alleati, ex combattenti repubblicani spagnoli, omosessuali, ecc.)». Sa che nel campo di concentramento Auschwitz-Birkenau sono stati uccisi almeno 100 mila polacchi? (Questo campo per i primi due anni era destinato solamente ai polacchi!). Fra quelli c’è anche un santo: San Massimiliano Kolbe. Perché tace su questo tema? Forse è un complotto del silenzio dei media italiani? Per me questo è molto inquietante e ingiusto.

Perché mischia in una frase appartenenti alle diverse nazioni insieme a quelli che hanno inclinazioni omosessuali? Forse gli omosessuali compongono la nazione? E perché non ha citato le prostitute, che anche loro sono morte in questo campo di sterminio? O forse si tratta di un’altra provocazione nel settimanale cattolico su questo tema?Gentilmente prego di correggere (se è possibile) questi dati e non imporre la propria visione (teologico-antropologica o assiologica) sulla verità obiettiva e il bene comune.don Tomasz TraczykiewiczPontedera (Pi) Risponde Ennio CicaliI testi da me consultati per l’articolo da Lei contestato parlano di quattro milioni di ebrei uccisi ad Auschwitz. Si tratta, Le assicuro, di testi non di provenienza sovietica. Di quattro milioni di morti parlava anche la lapide rimossa unilateralmente dal direttore del museo del lager polacco nel 1990, perché i morti sarebbero stati «solo» un milione e mezzo. Rimozione contestata dal presidente della comunità israelitica tedesca secondo il quale il numero delle vittime nel lager ammonta a quattro milioni. È opportuno in ogni caso ricordare che l’olocausto della popolazione ebraica è difficile da quantificare, data l’estrema cura con cui i nazisti occultarono i documenti dello sterminio. Effettivamente molti storici adesso stimano tra un milione e centomila e un milione e mezzo gli internati uccisi ad Auschwitz, tra i quali 140 mila polacchi, 20 mila zingari, 10 mila prigionieri di guerra russi e altrettanti di altre nazionalità. L’elenco delle vittime cui fa riferimento è ripreso dai pochi documenti nazisti ritrovati che riportano, tra gli altri, anche gli omosessuali e non le prostitute. E a tali documenti mi sono attenuto. Tra le scuse che devo ai lettori sono quelle di non aver ricordato i polacchi uccisi ad Auschwitz e tra questi il sacrificio di padre Massimiliano Kolbe.Non so a quali «complotti» dei media italiani intende riferirsi. A questo proposito sarebbe bene, quando si avanzano tali sospetti, affiancare a essi fatti, date, nomi e cognomi. Solo così è possibile sventare i supposti «complotti», ammesso che esistano. Nessuno, né chi scrive né il Settimanale al quale mi onoro di collaborare, vuole imporre visioni di sorta. Anche perché verità obiettive e bene comune sono tra i nostri obiettivi. Talvolta, ci possono essere delle imprecisioni, ma non può essere messa in dubbio la nostra buona fede né il rispetto che dobbiamo ai nostri lettori.A lezione nell’abisso dei lager