Lettere in redazione

Un cardinale alla Camera dei Lord?

Caro Direttore,ho letto su alcuni quotidiani che il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, primate cattolico di Inghilterra e Galles, quando lascerà l’incarico di Arcivescovo di Westminster, potrebbe essere nominato dalla Regina «Pari del Regno» ed entrare così, primo prelato cattolico, a far parte della Camera dei Lord.

Cosa ne pensa? Potrebbe essere un passo significativo per un pieno riavvicinamento tra la Chiesa cattolica e quella anglicana.

Alberto PeriFirenze

Caro Peri, la notizia di una eventuale nomina alla Camera dei Lord del card. Murphy O’Connor è certamente un segno di grande attenzione verso i cattolici inglesi.

Del resto la Chiesa cattolica in Inghilterra sta sempre più diventando…. inglese, mentre in precedenza la maggioranza era rappresentata da irlandesi, polacchi, italiani. Ciò è dovuto alle numerose conversioni, dovute alle recenti dolorose divisioni su temi delicati e gravi avvenute nella Comunione anglicana e anche al modo con cui la Chiesa cattolica le gestisce: senza alcuna ombra di trionfalismo, pensiamo a quella significativa di Tony Blair: preferisce anzi chiamarle «passaggi» verso una completezza che niente disprezza dell’esperienza passata. E tutti sappiamo bene quanto nel dialogo ecumenico sia importante l’uso dei termini.

Il card. Murphy – come del resto il suo predecessore, il benedettino card. Hume – viene spesso intervistato sui temi di grande spessore morale, anche se i suoi orientamenti per lo più non vengono accolti in una società fortemente secolarizzata, che tuttavia si interroga sul futuro, priva com’è di valenze etiche, largamente condivise.

Al di là quindi di possibili esiti questo mostra la stima e la considerazione di cui gode la Chiesa cattolica. Sono davvero lontani i tempi in cui i cattolici venivano indicati, dopo lo strappo con Roma del 1534, operato da Enrico VIII, con un certo disprezzo «papisti».

Alberto Migone