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A Vienna un nuovo spazio di dialogo tra le religioni

Nasce a Vienna, per iniziativa del Regno dell’Arabia Saudita, della Repubblica dell’Austria e del Regno di Spagna il “Centro internazionale per il dialogo interreligioso e interculturale re Abdullah Bin Abdulaziz”. La Santa Sede ha accolto l’invito ad aderire nella qualità di “osservatore fondatore”, e una sua qualificata delegazione sarà presente alla cerimonia di inaugurazione.

Lunedì 26 novembre sarà inaugurato a Vienna il “Centro internazionale per il dialogo interreligioso e interculturale re Abdullah Bin Abdulaziz” (Kaiciid, King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue), che – come dice il nome stesso – risale all’iniziativa del re d’Arabia e ha tre “Stati fondatori”: il Regno dell’Arabia Saudita, la Repubblica dell’Austria e il Regno di Spagna. La Santa Sede, per parte sua, ha accolto l’invito ad aderire nella qualità di “osservatore fondatore”, e una sua qualificata delegazione sarà presente alla cerimonia di inaugurazione. Info: www.kaiciid.org.

Favorire il dialogo. “Il Centro che sarà inaugurato lunedì a Vienna è una nuova istituzione finalizzata a favorire il dialogo fra le religioni e le culture. Tale finalità è sempre da vedere con favore nell’ottica della comprensione e della convivenza pacifica fra i popoli, che è un’urgenza fondamentale per l’umanità di oggi e di domani. Di questa finalità, il Re d’Arabia Abdullah Bin Abdulaziz aveva parlato al Santo Padre nel corso dell’incontro che ebbe luogo – come si ricorderà – il 6 novembre 2007 in Vaticano”, ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, a proposito dell’iniziativa. “È importante osservare che il nuovo Centro – ha aggiunto padre Lombardi – non si qualifica come una istituzione propria del Regno dell’Arabia Saudita, ma come organizzazione internazionale indipendente, riconosciuta dalle Nazioni Unite, e costituita da tre Stati fondatori, due dei quali con antiche tradizioni cristiane”. Si tratta quindi “di un’opportunità e di uno spazio di dialogo, di cui è giusto trarre vantaggio e in cui è bene essere presenti per mettere ulteriormente a frutto l’esperienza e l’autorevolezza della Santa Sede nel campo del dialogo interreligioso. Lo status di osservatore fondatore è il più adatto a garantire tale presenza, rispettando la natura propria della Santa Sede e consentendole di esprimere le proprie aspettative”.

Occasione importante. “La Chiesa cattolica – ha precisato il direttore della Sala stampa vaticana – è presente tra le diverse religioni e comunità religiose del Board of Directors, che si qualifica come il motore delle iniziative del Centro, e a rappresentarla sarà fin dall’inizio padre Miguel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Ciò costituisce un’occasione importante per presentare in una sede di alto livello culturale e internazionale la visione della Chiesa sul dialogo, sulla persona umana e la sua vocazione, sull’etica e sulla religione, sui rapporti sociali, sulla giustizia e la pace”. Certamente, ha sottolineato padre Lombardi, “ciò già avveniva e avviene in molte sedi e in molte diverse occasioni, ma la varietà e il pluralismo del mondo di oggi richiedono di moltiplicare le direzioni e le occasioni in cui sviluppare il ruolo attivo e propositivo della Chiesa ogni volta che ciò si manifesta possibile”.Naturalmente, ha affermato il direttore della sala stampa vaticana, “la Santa Sede, in quanto osservatore fondatore, non mancherà di mettere in luce le proprie preoccupazioni per il rispetto effettivo dei diritti fondamentali dei cristiani che vivono in Paesi a maggioranza musulmana, al fine di promuovere la libertà religiosa nelle sue diverse espressioni”. “Il nuovo Centro di Vienna offrirà in tal modo – ha concluso padre Lombardi – uno spazio idoneo affinché tali istanze trovino modo di essere manifestate ed ascoltate, e i problemi che affioreranno trovino le opportune soluzioni”.

Come buoni vicini. “Siamo tutti plasmati dalle nostre rispettive storie, ma questo non significa che si debbano respingere sommariamente le storie degli altri. Possiamo imparare dagli errori del passato per trovare il modo di dissipare i miti, i pregiudizi e le idee sbagliate che hanno diviso le persone e hanno portato alla violenza e al conflitto per troppo tempo”. Sono parole diFaisal Bin Abdulrahman Bin Muaammar, segretario generale del Kaiciid, che si possono leggere sul sito del Centro. “È mia profonda convinzione che, con il vostro aiuto, questo Centro può diventare un luogo di leadership e di apprendimento applicato; un luogo dove il dialogo sincero tra i seguaci di diverse religioni e culture possa prosperare in modo da poter valorizzare e custodire la ricchezza della nostra diversità e vivere insieme come buoni vicini”, aggiunge il segretario generale di Kaiciid, rivolgendosi ai seguaci alle diverse religioni.