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Afghanistan. Isis rivendica attacco Herat. Centinaia protestano

Il gruppo Stato islamico (Isis) ha rivendicato l'attacco suicida di ieri nella principale moschea shiita di Herat, nell'ovest del Paese, in cui hanno perso la vita una trentina di persone. Stando invece al bilancio reso noto dall'agenzia del gruppo armato, «Amaq», a morire sarebbero stati in 50.

Intanto come paventato dalle autorità, centinaia di persone hanno manifestato il loro scontento in occasione delle celebrazioni dei funerali delle vittime. Le immagini diffuse da alcuni giornalisti locali mostrano una piazza gremita di persone: «centinaia di fratelli sunniti e shiiti (i due principali rami dell’islam, ndr) stanno protestando contro il terrorismo e pregando per le vittime», ha scritto il direttore di una testata afghana, Zaky Darybi, sul suo account Twitter.

Già ieri, subito dopo la strage, molti shiiti avevano espresso il loro dissenso contro il governo e le forze di sicurezza, accusate di non fare abbastanza per proteggere la minoranza islamica degli shiiti, sempre più spesso bersaglio della furia omicida dei gruppi fondamentalisti.

La deputata Naheed Farid ha invece elogiato il gran numero di afghani accorsi in ospedale per donare il sangue subito dopo l’incidente, dove sono stati ricoverati oltre 60 feriti: «È così che dimostriamo la nostra unità – ha scritto su Twitter – I nemici uccidono, la gente si prende cura l’una dell’altra». E ha concluso definendo l’attacco «codardo».