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Armenia: appello Catholicos Karekin II per il Nagorno-Karabakh

Un «appello alla comunità internazionale, in modo particolare ai Paesi che sono chiamati a redimere il conflitto, di intervenire per far cessare le indebite azioni senza fine dell’Azerbaigian, contro il Nagorno-Karabakh». A lanciarlo è Sua Santità Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni del mondo, all’indomani delle tensioni che nella notte tra il primo e il 2 aprile si sono riaccese violentemente lunga la frontiera del Nagorno-Karabakh, la regione contesa tra l’Armenia e l’Azerbaigian dal 1988.

«Con molta severità – scrive Sua Santità Karekin – condanniamo, le operazioni aggressive e premeditate dell’Azerbaigian, lungo le frontiere del Nagorno-Karabakh nei confronti anche delle zone abitate da civili e da popolazioni pacifiche. Inviamo la nostra preghiera e la solidarietà alle autorità e al popolo  del Nagorno-Karabakh, ai valorosi ed eroici soldati ed ufficiali dell’Esercito di Difesa. Esortiamo loro di affrontare con incessante coraggio e con incrollabile spirito, gli attacchi che vengono perpetrati contro l’indipendenza della nostra Patria e contro la sicurezza della nostra nazione. Le continue insidie e le operazioni militari organizzate dall’Azerbaigian, minano la stabilità della regione e annullano gli sforzi per comporre il diatriba della lotta».

Ieri al termine della liturgia nella cattedrale del Santo Etchmiadzin (sede della Chiesa armena), il Catholicos ha detto: «Siamo tutti in preghiera oggi, perché, come abbiamo appreso, la notte scorsa i giovani della nazione sono stati ancora una volta costretti a difendere con la loro vita, la pace e la sicurezza dei confini della nostra patria e la vita libera del nostro popolo». Il Catholicos ha quindi pregato per la pace del Pase e per i morti, soprattutto per i bambini uccisi e feriti durante gli scontri. Entrambi le parti si sono accusate a vicenda di aver violato la tregua, con un’offensiva dell’artiglieria pesante lungo tutta la linea del fronte e che è andata avanti per ore. Nell’attacco azero, secondo fonti ufficiali dell’autoproclamata Repubblica del Karabakh, sono morti vari soldati, ma anche civili tra cui due ragazzini (uno di 12 anni). Era dal 1994 che non si registravano scontri così violenti nel Nagorno Karabakh, un conflitto in cui sono rimaste uccise già oltre 30mila persone.