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Attentato Gerusalemme: leader cristiani domani in sinagoga in segno di solidarietà

Domani una delegazione di capi religiosi cristiani di Gerusalemme si recherà nella sinagoga di Har Nof in segno di solidarietà alle vittime dell'attentato terroristico di questa mattina e alle loro famiglie.

Subito dopo l’attacco, il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal ed il suo vicario per la Palestina, monsignor William Shomali, hanno espresso la loro ferma condanna ed auspicato una «soluzione politica urgente». «Condanniamo tutti gli atti di violenza e invitiamo israeliani e palestinesi al rispetto reciproco e a lavorare insieme in modo che si possa trovare una soluzione politica. Questo circolo vizioso di violenza, vendetta e ritorsione danneggia gravemente il processo di pace» hanno affermato i due capi religiosi. Dal canto suo il patriarca Twal ha ribadito la necessità di «andare alle radici, togliere le cause della disperazione che genera violenza, interrompere la spirale infinita delle vendette. Altrimenti vivremo sempre tutti nella paura, senza libertà né dignità».

Nell’attentato di Har Nof sono rimasti uccisi quattro ebrei e altri otto sono rimasti feriti. Due attentatori sono rimasti uccisi. Si tratta di due arabi palestinesi residenti a Gerusalemme est. Hamas ha rivendicato l’attentato, mentre dal Presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, è giunta una dura condanna. Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha usato parole dure per condannare la strage preannunciando una pronta risposta israeliana. L’attentato potrebbe essere la ritorsione per la morte di Yusuf Hassan al-Ramouni, autista di autobus trovato impiccato al capolinea di Har Hotzvim domenica notte. L’esito dell’autopsia aveva parlato di suicidio, mentre secondo fonti palestinesi l’autista sarebbe stato picchiato e poi assassinato.