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Brasile, i vescovi su manifestazioni: «Ascoltare il grido del popolo»

Solidarietà e sostegno dei vescovi brasiliani che, in una nota, chiedono di "Ascoltare il grido che viene dalle strade". Per i presuli, "le mobilitazioni chiamano in causa tutti noi e testimoniano che non è più possibile vivere in un Paese con tanta disuguaglianza". E ancora: "La soluzione dei problemi che il popolo brasiliano sta vivendo sarà possibile soltanto con la partecipazione di tutti"

“Ascoltare il grido che viene dalle strade”. Così s’intitola la nota dei vescovi brasiliani in merito alle manifestazione che stanno infiammando in questi giorni il Brasile. Le prime proteste sono nate per i rincari delle tariffe dei trasporti pubblici. Ma la vittoria contro questi aumenti non ha fermato gli indignados brasiliani, che sono scesi nuovamente in strada per far sentire la propria voce anche contro le faraoniche spese per le opere dei Mondiali di calcio del 2014 e gli altri grandi eventi sportivi che hanno tolto risorse vitali a settori storicamente arretrati come sanità, istruzione e trasporti. Un milione di persone si è riversato per le strade di Rio de Janeiro, ma le proteste continuano anche nelle altre città. Intanto si contano anche le prime vittime.

Il gigante si è svegliato. “Noi, vescovi del Consiglio permanente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), riuniti a Brasilia dal 19 al 21 giugno, dichiariamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno alle manifestazioni, dato che sono pacifiche, che hanno fatto scendere per le strade gente di tutte le età, specialmente giovani”, inizia così la nota dei presuli brasiliani. Si tratta di “un fenomeno che coinvolge il popolo brasiliano e lo fa risvegliare ad una nuova coscienza. Chiedono attenzione e discernimento affinché vengano identificati i loro valori e i loro limiti, sempre con l’obiettivo di costruire quella società giusta e fraterna che desideriamo”. “Nate liberamente e spontaneamente partendo dai social network – ricordano i vescovi -, le mobilitazioni chiamano in causa tutti noi e testimoniano che non è più possibile vivere in un Paese con tanta disuguaglianza. Si alzano in piedi per rivendicare una giusta e necessaria politica pubblica per tutti. Gridano contro la corruzione, l’impunità e la mancanza di trasparenza nella pubblica amministrazione. Denunciano la violenza contro i giovani”. Sono, al tempo stesso, “la testimonianza che la soluzione dei problemi che il popolo brasiliano sta vivendo sarà possibile soltanto con la partecipazione di tutti. In questo modo, fanno rinascere la speranza quando gridano: ‘Il gigante si è svegliato!’”.

Non siamo in una splendida culla. “In una società in cui alle persone vengono negati i diritti sulla propria condotta di vita, la presenza del popolo nelle strade testimonia che è mettendo in pratica i valori come la solidarietà e il servizio gratuito all’altro che si trova il senso dell’esistenza – sostengono i vescovi -. L’indifferenza e il conformismo inducono le persone, soprattutto i giovani, a rinunciare alla vita, e costituiscono un ostacolo alla trasformazione delle strutture che feriscono a morte la dignità umana. Gli eventi di questi giorni dimostrano che i brasiliani non stanno dormendo in una ‘splendida culla’”. Per i presuli, “il diritto democratico a manifestazioni come queste deve sempre essere garantito dallo Stato. Da tutti ci si aspetta il rispetto della pace e dell’ordine. Niente giustifica la violenza, la distruzione della proprietà pubblica e privata, la mancanza di rispetto e l’aggressione nei confronti delle persone e delle istituzioni, la restrizione alla libertà di andare e venire, di pensare e di agire in modo diverso, che debbono essere ripudiati con veemenza”. Quando questo si verifica, “vengono negati i valori inerenti alle manifestazioni, si stabilisce un’incoerenza corrosiva che porta al discredito”.

Ascoltare il grido del popolo. “Che queste manifestazioni – è l’auspicio dei vescovi brasiliani – costituiscano il rafforzamento della partecipazione popolare ai destini del nostro Paese e siano foriere di tempi nuovi per tutti. Che il grido del popolo venga ascoltato!”. “Su tutti invochiamo la protezione di Nostra Signora Aparecida e la benedizione di Dio, che è giusto e santo”, concludono. La nota, che porta la data del 21 giugno 2013, è firmata dal cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e presidente della Cnbb, monsignor José Belisario da Silva, arcivescovo di São Luis e vice-presidente della Cnbb, monsignor Leonardo Ulrich Steiner, vescovo ausiliare di Brasilia e segretario generale della Cnbb.