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Caritas italiana: «Fermiamo le stragi in Sudan e Sud Sudan»

Fermiamo le stragi in Sudan e Sud Sudan: a chiederlo è la Caritas Italiana che in un comunicato lancia un nuovo appello al dialogo.

«In Sud Sudan – si legge – è in atto un nuovo, drammatico genocidio. Sotto gli occhi attoniti e inermi dell’Unione Africana, delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, si sta compiendo una strage di civili innocenti, vittime degli scontri tra Governo e milizie ribelli e delle uccisioni motivate dall’appartenenza etnica, realizzate «casa per casa». Donne e bambini sono trascinati fuori dalle loro capanne e dalle scuole, e uccisi. Le radio locali trasmettono messaggi di incitamento all’odio etnico, incoraggiando uccisioni e stupri di massa». Al momento secondo il rapporto delle Nazioni Unite risultano impiegati in Sud Sudan oltre 9.000 bambini soldato, sia dalla parte dei ribelli che nell’esercito governativo, e l’uccisione di civili su base etnica è la più alta al mondo.

Continuano al contempo gli scontri nella Repubblica del Sudan, in particolare nelle regioni del Darfur e dei Monti Nuba. Il 1 maggio aerei militari di Khartoum hanno bombardato l’ospedale cattolico Mother of Mercy, che fornisce cure e assistenza a oltre 150.000 pazienti l’anno, in una regione fortemente colpita dalla guerra. La Caritas rilancia l’appello del vescovo emerito di El Obeid a «risparmiare le vite dei civili innocenti, che non hanno nulla a che fare con il conflitto. L’attacco ai pazienti ricoverati negli ospedali è una violazione dei basilari principi umanitari, e della sacralità della vita umana».