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Ccee migrazioni: card. Bozanic, «accoglienza, dovere dei cristiani». Ma la politica faccia la sua parte

(dall’inviato Sir a Vilnius) - Se è vero che «ciò che facciamo all’altro lo facciamo anche a Gesù stesso, allora accogliere un rifugiato o un migrante, come accogliere un pellegrino, vuol dire ricevere» il Signore «e quindi accogliere il dono della sua salvezza». È il cardinale Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria, ad aprire l’incontro dei direttori per la pastorale dei migranti delle Conferenze episcopali d’Europa, riuniti a Vilnius per tre giorni.

Bozanic ha introdotto i lavori in qualità di presidente della sezione «migrazioni» della commissione Ccee «Caritas in Veritate». Denso il suo intervento, che si è soffermato su una lettura religiosa, pastorale e culturale del fenomeno migratorio ruotando attorno alla parola «accoglienza». «Papa Francesco spesso insiste» sul fatto che «la natura della Chiesa è quella di essere madre, pronta ad accogliere tutti», ha spiegato Bozanic, citando fra l’altro il messaggio pontificio per la Giornata del migrante dello scorso anno. «Accogliere – ha aggiunto il cardinale – implica riconoscere che esiste un rapporto umano: accoglie chi vuol bene all’altro chi riconosce già nell’altro un valore». «Solo chi non smarrisce il valore infinito della persona che ha dinanzi è capace di accoglienza». Quindi una sottolineatura sulla dimensione concreta dell’accoglienza: «La dignità» della persona «non è un valore astratto, assume sempre il volto di una persona concreta, in carne e ossa».

«Così l’accoglienza non potrà mai essere un tema dibattuto in maniera ideologica – ha aggiunto il card. Bozanic -, ma prima di tutto sarà un atteggiamento esistenziale vissuto sia dal singolo sia dalla comunità». Peraltro l’accoglienza «sarà sempre sorgente di tante nuove sfide ed esigerà tanta creatività che non potrà mai essere slegata dalla realtà e dal contesto in cui si opera con saggezza». Da qui un’analisi di quanto accade in Europa, dove arrivano numerosi rifugiati a causa delle guerre e della povertà diffuse in Medio Oriente, Ucraina e, ha ricordato Bozanic, da tanti Paesi africani. Dinanzi a questa «emergenza» «vediamo un’Europa molto spesso confusa, che sembra priva di una vera cultura di accoglienza così come di una vera solidarietà tra i diversi Paesi che la compongono». In tale contesto «la Chiesa sente ancora più urgente la chiamata ad annunciare il Vangelo», a partire dalla testimonianza fornita da chi opera nel campo dell’accoglienza. «Non possiamo però smettere – ha aggiunto l’arcivescovo di Zagabria – di ricordare ai nostri responsabili e governanti che spetta alla politica trovare soluzioni che facilitino l’accoglienza con responsabilità delle persone così come spetta alla politica europea di impegnarsi ad aiutare senza egoismi e ipocrisie a risolvere situazioni di guerra e povertà che sono alle nostre porte».