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Colombia: appello dei vescovi alla nazione. Eln «fermi azioni violente»

Al termine della loro assemblea plenaria, che si è svolta da lunedì 5 febbraio fino a ieri a Bogotá, i vescovi colombiani hanno rivolto un messaggio alla nazione, intitolato «Un compito che non dà tregua e richiede il nostro impegno», contenente un appello al popolo.

Il messaggio è firmato dal presidente della Conferenza episcopale colombiana (Cec), mons. Oscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio, dal vicepresidente, mons. Ricardo Tobón Restrepo, arcivescovo di Medellín, e dal segretario generale, mons. Elkin Álvarez Botero, vescovo ausiliare di Medellín. E offre una lettura della situazione del Paese, citando alcune preoccupanti situazioni, tra le quali l’affermarsi «di nuove forme di violenza e terrorismo», sia nelle città che nelle campagne, che portano alle crescenti uccisioni di leader sociali, indigeni, donne e minori; il ritorno di strutture armate e bande illegali paramilitari, come il Clan del Golfo e le Autodefensas gaitanistas de Colombia

Il messaggio contiene un appello articolato in nove punti, a partire dalla considerazione che «è necessario che tutti seminiamo e coltiviamo nei nostri cuori lo stesso amore per il nostro Paese, che costruiamo un progetto nazionale, che non perdiamo la speranza e ci impegniamo tutti con coraggio e che non lasciamo il futuro all’improvvisazione o alla decisione di pochi».

Il primo appello è ad «abbandonare la strada della violenza» e ad appianare le differenze attraverso le vie del rispetto per la vita umana, il dialogo, la fraternità e il perdono. In secondo luogo, i vescovi si rivolgono al Governo nazionale e a quelli regionali chiedendo di far fronte ai problemi urgenti della nazione e alla situazione dei migranti che arrivano dal Venezuela. In terzo luogo, il messaggio chiede a coloro che sono candidati alle elezioni legislative e presidenziali di configurare «proposte che rispondano alle sfide del Paese».

Il quarto appello è per il gruppo guerrigliero dell’Eln al quale si chiede di «fermare minacce e azioni violente, e mostrare buona volontà nel percorso del dialogo per cercare la pace». Ma anche il Governo è invitato a proseguire nello sforzo di continuare a cercare una soluzione negoziata al conflitto. Il sesto appello è per i giovani, perché non lascino il Paese, mantengano viva la speranza, e continuino a lottare per i grandi ideali personali e collettivi. Quindi, l’appello alle famiglie perché diventino santuari della vita e non rinuncino all’importante missione di educare i loro figli. L’ottavo e il nono appello sono per tutti i cittadini, cui viene chiesto di «moltiplicare le iniziative di diverso ordine per superare, con vera solidarietà, la crisi umanitaria e sociale generata dalla situazione in Venezuela». E di affrontare con «saggezza e responsabilità» le prossime elezioni per il Congresso e la Presidenza della Repubblica.