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Commissione Ue: Juncker, «Priorità è la lotta a disoccupazione. No ad ampliamenti»

(Sir Europa - Strasburgo) - «Chi non investe non cresce, e chi non cresce non può garantire occupazione»: Jean-Claude Juncker, presidente designato della Commissione europea, ha appena tenuto il suo discorso nell'emiciclo dell'Europarlamento a Strasburgo.

Tutta la prima parte dell’intervento è stata dedicata alla nuova organizzazione dell’Esecutivo; quindi Juncker è entrato nel merito del suo programma e dei «problemi urgenti» da affrontare. Ha anzitutto ribadito che il suo collegio terrà fede al programma di investimenti per 300 miliardi, promesso nel primo discorso di luglio, «perché si tratta di un elemento essenziale per la ripresa economica e per i nostri cittadini». Ha però specificato che tale programma «non può essere finanziato con il debito. Serve piuttosto un apporto intelligente di fondi pubblici che solleciti l’iniziativa di investimenti privati». Quindi il presidente – che dopo il voto di oggi entrerà in carica il 1° novembre – ha ribadito: «Il nostro compito prioritario è la lotta alla disoccupazione». Nessun cedimento, invece, sul rispetto del Patto di stabilità e crescita. «Le regole non si cambiano – ha detto Juncker – e ancora a giugno i 28 capi di Stato e di governo hanno affermato di volerle rispettare. Ma tali regole possono essere interpretate con tutto il margine di flessibilità consentito dai trattati».

Numerosi i punti programmatici affrontati da Juncker. Fra questi: il Trattato di partenariato commerciale con gli Stati Uniti, le migrazioni «clandestine» e «regolari», l’agenda digitale, la politica estera, la «riscoperta del metodo comunitario», auspicando in questo caso una più stretta collaborazione tra le istituzioni comunitarie. Juncker ha chiarito: «Ho voluto un commissario con la delega ai negoziati per l’allargamento perché sia chiaro che non vogliamo illudere nessuno. Nel corso dei prossimi cinque anni, dunque lungo il mandato della mia Commissione, non ci saranno nuovi ingressi nell’Unione europea. Però i negoziati andranno avanti» con tutti i Paesi candidati e potenziali candidati, «con lo stesso impegno e la stessa volontà». Juncker ha poi affermato che l’Isis e i conflitti in Medio oriente minano la pace: «L’Isis è nemico dei valori europei». Su Ebola: «L’Europa deve fare la sua parte, con una reazione forte e organizzata», che vada a sostegno dei Paesi colpiti. «È grave che ci siamo mossi solo quando ebola ha colpito l’Occidente. Finché il problema è rimasto in Africa non ce ne siamo preoccupati».