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Consiglio mondiale delle Chiese: «gratitudine» per Trattato Onu su proibizione armi nucleari

«Grande gratitudine» per il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari siglato ieri alle Nazioni Unite ha espresso oggi Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), perché significa «proteggere tutti i Paesi e il pianeta che è la nostra casa. Potrebbe salvare milioni di vite umane». 

Sono 122 i Paesi che lo hanno sottoscritto, ma «i nove Paesi con armi nucleari e i 30 che cercano rifugio nella deterrenza nucleare degli Stati Uniti hanno boicottato le lunghe negoziazioni sui trattati e si sono opposti ad anni di lavori preparatori», si legge nel comunicato che il Wcc ha diffuso stamane. Il percorso però è servito a «portare il dibattito internazionale oltre le strette prospettive di autoconservazione della strategia militare e dell’influenza politica» per coinvolgere «il più ampio ambito dei principi umanitari e dell’etica fondamentale, dove l’imperativo morale contro le armi nucleari è chiaro e categorico». Il Trattato, che segna un «risultato storico», obbliga gli Stati anche a dare assistenza alle vittime dell’uso e dei test di armi nucleari e assumersi la responsabilità di porre rimedio ai danni ambientali.

«Il Trattato mette le armi nucleari nella stessa categoria di altre armi indiscriminate e inumane come quelle chimiche e biologiche, le mine antiuomo e le munizioni a grappolo», spiega ancora il comunicato, mettendo così fine alla «peculiare eccezione» per cui la peggiore arma di distruzione di massa «non era vietata» e «colma un vuoto nella legge creata e sostenuta dai modi in cui le potenze nucleari hanno usato il loro potere e influenza internazionali».

Ora il Trattato dovrà essere firmato e ratificato dai governi e quindi implementato.