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Crimea: rifiutato permesso di soggiorno a prete cattolico

Una parrocchia cattolica in Crimea perderà il suo parroco in ottobre perché il governo russo non ha rinnovato il permesso di soggiorno al sacerdote di origini polacche.

La notizia – circolata nei giorni scorsi sulla stampa ucraina – è stata confermata al Sir dalla diocesi cattolica di Odessa-Simferopoli: “È vera, e siamo preoccupati”. Il sacerdote che dovrà lasciare la Crimea il 25 ottobre si chiama padre Piotr Rosochacki. Ha svolto il suo ministero di parroco a Simferopoli per cinque anni ed aveva richiesto il rinnovo del permesso sicuro di ottenerlo senza alcuna difficoltà. E invece, con l’entrata della Crimea nella Federazione Russa, la situazione è drasticamente cambiata. Al sacerdote è stato spiegato che il permesso di soggiorno era stato concesso “sotto la legge ucraina” e che “ora siamo un Paese diverso”. Ci sono 12 sacerdoti cattolici (di rito latino) attualmente in servizio in Crimea: otto polacchi e quattro ucraini. Prima o poi, anche questi sacerdoti si troveranno ad affrontare lo stesso problema, al momento in cui i loro permessi scadranno.