Mondo

Cristiani perseguitati: documento finale del Summit di Washington

«Nei Paesi occidentali, i cristiani sperimentano emarginazione, derisione e minacce alla libertà religiosa. In altri luoghi del mondo, subiscono torture, esecuzioni di massa e tentativi di eliminare le chiese storiche». La denuncia è contenuta nel documento finale del Summit mondiale in difesa dei cristiani perseguitati che ha raccolto a Washington (9-13 maggio) 600 delegati di 130 Paesi, su iniziativa della Billy Graham Evangelistic association.

«Dichiariamo fedeltà a chi soffre per il nome di Cristo» si legge nel documento, e ci impegniamo «a sensibilizzare» su questo dramma, «a pregare incessantemente, invitando i credenti in tutto il mondo a pregare per coloro che sono perseguitati», «a fornire assistenza pratica», a collaborare «con individui, organizzazioni e agenzie governative perché agiscano a sostegno dei perseguitati per la fede in Cristo». In una dichiarazione a margine del Summit, sottoscritta dal leader della Evangelistic association e dal metropolita russo Hilarion Alfeev, si afferma «l’importanza che la Russia e gli Usa mettano da parte le differenze e lavorino insieme per combattere il terrorismo e proteggere i cristiani», con riferimento anche al documento sottoscritto a Cuba da Papa Francesco e dal patriarca Kirill. Una nota dal Summit riferisce di una risoluzione «bipartisan» presentata al Congresso sulla libertà religiosa e la richiesta a Trump di «nominare un ambasciatore per la libertà religiosa internazionale nel Dipartimento di Stato».