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Disgelo in Corea: presidente vescovi, «aspettavamo questa occasione da 70 anni»

«Aspettavamo questa occasione da 70 anni, la guerra sarebbe un danno irreparabile per entrambe le parti». Così monsignor Igino Kim Hee-joong, arcivescovo di Gwangju e presidente della Conferenza episcopale coreana, commenta al Sir le notizie dei passi in avanti che nella penisola coreana si stanno compiendo.

«Le olimpiadi invernali – osserva il vescovo – hanno rappresentato un passo di apertura particolare e significativo, perché hanno favorito un clima di dialogo tra Nord e Sud Corea. Penso che lo sport sia una lingua internazionale pura che ci fa oltrepassare ogni ideologia, religione, razza, appartenenza a Paesi diversi. Lo sport fa aprire i cuori più chiusi». E aggiunge: «La nostra speranza era di poter avere un’occasione preziosa per favorire il dialogo. Infatti ambedue le parti, Nord e Sud Corea, volevano aprire un canale di negoziazione. Quello che noi chiedevamo era avere il dialogo senza precondizioni. Spero che da questo processo possiamo arrivare a un incontro delle famiglie separate. In attesa che ciò avvenga, noi continuiamo, come facciamo da tanti anni, ad offrire al Nord un appoggio umanitario attraverso International Caritas». Quali errori evitare perché il processo di avvicinamento in atto non si fermi? «Prima di tutto – risponde il presidente dei vescovi – non dobbiamo minacciare con le armi e con le sanzioni economiche, e non dobbiamo toccare il loro sistema politico e il loro presidente Kim, ma continuare a dialogare con loro».

«Noi continueremo a offrire il nostro aiuto umanitario e a pregare per la riconciliazione tra i due Paesi e per la pace. Lo fanno ogni giorno, alle 21, tutti i fedeli in Corea. Spero anche di poter visitare la Corea del Nord per stringere una collaborazione tra le Chiese cattoliche in Nord e Sud Corea», prosegue monsignor Igino Kim Hee-joong. «Recentemente – afferma il vescovo – abbiamo chiesto la preghiera e l’aiuto del Santo Padre per la pace della penisola coreana, perché il Santo Padre Francesco conosce bene la situazione della Corea. In varie occasioni, il Santo Padre ci ha incoraggiato sottolineando l’importanza della pace della penisola coreana». Chi c’è dietro a questo passo storico? Come si è potuto realizzare? E soprattutto perché adesso? «Penso che il presidente della Corea del Sud – risponde mons. Igino Kim Hee-joong – stia cercando questo passo storico insieme ai molti coreani che vogliono la pace nella penisola coreana. Soprattutto il Santo Padre ci aiuta molto con la preghiera e con le sue parole rivolte ai Paesi potenti. Anche recentemente il presidente Kim Jung-un ha dimostrato la sua intenzione di aprirsi al dialogo per la pace. Aspettavamo questa occasione da 70 anni, la guerra sarebbe un danno irreparabile per entrambe le parti».