Mondo

Elezioni Regno Unito: «Vincono i nazionalismi». Pochi cattolici in Parlamento

Francis Campbell, irlandese, cattolico, ex ambasciatore britannico alla Santa Sede e vicerettore dell’università londinese di st.Mary’s a Twickenham, esperto di Europa e di politica commenta per il Sir la vittoria di David Cameron.

(Sir Europa – Londra) – «Sì certo, David Cameron ha ottenuto la maggioranza ed è stato già a trovare la Regina che gli darà un nuovo mandato. Ma il problema di oggi è quale partito rappresenti davvero il Regno Unito ovvero tutte e quattro le regioni che lo compongono, Inghilterra, Scozia, Galles e nord Irlanda, perché è chiaro che, in questo momento, a vincere sia il nazionalismo». Francis Campbell, irlandese, cattolico, ex ambasciatore britannico alla Santa Sede e vicerettore dell’università londinese di st.Mary’s a Twickenham, esperto di Europa e di politica commenta per il Sir il risultato elettorale britannico. «Ci troviamo in una situazione molto strana», spiega Campbell, «perché in Scozia i tre partiti di Westminster, conservatori, laburisti e liberaldemocratici sono stati praticamente eliminati dagli indipendentisti scozzesi mentre in Galles sopravvivono ancora i laburisti accanto alla formazione del Plaid Cymru, che vuole maggiore indipendenza dal potere centrale proprio come lo scozzese Snp.

Insomma, i conservatori rimangono un partito soprattutto inglese e questo genera tensioni di natura etnica e civica difficili da gestire». «Cameron ha parlato, all’indomani del referendum scozzese, di voti inglesi per leggi inglesi ma chi sono davvero questi inglesi? Un cittadino britannico di origine irlandese, italiana o polacca può definirsi inglese? Si tratta di questioni molto delicate che la società britannica si trova oggi ad affrontare», dice ancora l’ex ambasciatore britannico alla Santa Sede.

A preoccupare Francis Campbell è anche la minore presenza di cattolici nella politica britannica. «Molti politici cattolici scozzesi hanno perso il loro seggio durante queste elezioni perché si presentavano nelle liste laburiste e si sono visti sconfitti dagli indipendentisti dello Snp», continua il vicerettore dell’università londinese di st.Mary’s, «Penso che il partito laburista sia diventato una formazione soprattutto londinese, fatta da professionisti e, in quanto tale, non attira più i voti dei cattolici scozzesi mentre i nazionalisti hanno saputo accostarsi ai problemi veri della gente come lo stato di scuole e ospedali». Ormai, secondo l’ex ambasciatore britannico alla Santa Sede, la presenza di cattolici, nei tre partiti tradizionali di Westminster, conservatori, laburisti e liberaldemocratici, soprattutto agli alti livelli, tra ministri e sottosegretari è scarsa.

«Penso che dipenda dal fatto che, in passato, i politici cattolici più importanti venivano dalla gavetta, dai sindacati laburisti mentre oggi i candidati sono professionisti cresciuti in un ambiente cittadino secolarizzato. Insomma i politici provengono dalle élites e le élites non sono, di solito, religiose», dice ancora Campbell. «All’ultima elezione, nel 2005, per la prima volta, il numero di giovani parlamentari cattolici conservatori è stato più alto rispetto a quello dei cattolici laburisti. Forse c’è una tendenza dei cattolici a spostarsi dal partito laburista a quello conservatore».