Mondo

Francesco: Venezuela, «La violenza genera sempre e solo violenza»

«La violenza non potrà mai portare pace e benessere ad un Paese, poiché essa genera sempre e solo violenza». È il cuore del messaggio che Papa Francesco ha inviato ai partecipanti al processo di dialogo tra Governo e Opposizione in Venezuela dopo mesi di proteste che hanno causato 39 morti e centinaia di feriti.

La riunione si è svolta ieri a Caracas al palazzo presidenziale Miraflores con la mediazione della Santa Sede e a leggere il messaggio del Papa è stato il nunzio apostolico monsignor Aldo Giordano. Il Papa ringrazia i partecipanti per aver invitato la Santa Sede a partecipare al processo di dialogo e di pace. «A ciascuno di Voi – scrive – desidero anzitutto assicurare la mia preghiera, perché l’incontro e il processo che state intraprendendo portino i frutti desiderati di riconciliazione nazionale e di pace, doni che invochiamo da Dio per tutto il popolo venezuelano». «Sono consapevole dell’inquietudine e del dolore vissuti da tante persone e, mentre esprimo preoccupazione per quanto sta accadendo, rinnovo il mio affetto per tutti i venezuelani, in particolare per le vittime delle violenze e per le loro famiglie». La via per superare i conflitti – scrive il Papa – non è la violenza. «Al contrario, attraverso il dialogo potete riscoprire la base comune e condivisa che conduce a superare il momento attuale di conflitto e di polarizzazione, che ferisce così profondamente il Venezuela, per trovare forme di collaborazione».

«Tutti voi – si legge nel messaggio di Francesco – condividete l’amore per il vostro Paese e per il vostro popolo, come pure le gravi preoccupazioni legate alla crisi economica, alla violenza e alla criminalità. Tutti avete a cuore il futuro dei vostri figli e il desiderio di pace che contraddistingue i venezuelani. Tutti avete in comune la fede in Dio e la volontà di difendere la dignità della persona umana». Da qui l’invito a intraprendere la via del dialogo. «Vi invito, dunque – esorta Francesco -, a non fermarvi alla congiuntura conflittuale, ma ad aprirvi vicendevolmente per divenire ed essere autentici operatori di pace. Al cuore di ogni dialogo sincero c’è, anzitutto, il riconoscimento e il rispetto dell’altro. Soprattutto c’è l’«eroismo» del perdono e della misericordia, che ci liberano dal risentimento, dall’odio e aprono una strada veramente nuova. Si tratta di una strada lunga e difficile, che richiede pazienza e coraggio, ma è l’unica che può condurre alla pace e alla giustizia. Per il bene di tutto il popolo e per il futuro dei vostri figli, vi chiedo di avere questo coraggio».