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Francesco a Cor Unum: «Tacciano le armi in Siria»

«Ricercare una soluzione negoziale del conflitto e favorire l'aiuto umanitario per i profughi e i rifugiati siriani, mirando in primo luogo al bene della persona e alla tutela della sua dignità». È la richiesta di Papa Francesco «alla comunità internazionale» ribadita oggi, nel corso di un'udienza ai partecipanti alla riunione di coordinamento, promossa dal Pontificio Consiglio Cor Unum, degli organismi di carità cattolici attivi nella regione mediorientale.

 Nel suo intervento il Pontefice ha ricordato la preoccupazione sua e della Santa Sede per la crisi siriana e per la popolazione: «Benedetto XVI ha ripetutamente chiesto che tacciano le armi e che si possa trovare una soluzione nel dialogo per giungere ad una profonda riconciliazione tra le parti. Che tacciano le armi!».

«Di fronte al perdurare di violenze e sopraffazioni – ha detto Papa Francesco – rinnovo con forza il mio appello alla pace. Nelle ultime settimane la comunità internazionale ha ribadito l’intenzione di promuovere iniziative concrete per avviare un dialogo fruttuoso con lo scopo di mettere fine alla guerra. Sono tentativi che vanno sostenuti e che si spera possano condurre alla pace». Da parte sua la Chiesa «si sente chiamata a dare la testimonianza umile, ma concreta ed efficace, della carità che ha imparato da Cristo». Da qui l’esortazione del Pontefice perché l’azione degli organismi di carità cattolici nell’area sia «puntuale e coordinata».

Per la Santa Sede, l’opera delle Agenzie di carità cattoliche è «estremamente significativa: aiutare la popolazione siriana, al di là delle appartenenze etniche o religiose, è il modo più diretto per offrire un contributo alla pacificazione e alla edificazione di una società aperta a tutte le diverse componenti. A questo tende anche lo sforzo della Santa Sede: costruire un futuro di pace per la Siria, in cui tutti possano vivere liberamente ed esprimersi nella loro peculiarità». Nel concludere il suo discorso Papa Francesco ha voluto rivolgere un pensiero anche alle comunità cristiane che abitano tutto il Medio Oriente: «la Chiesa sostiene quelle sue membra che oggi sono particolarmente in difficoltà. Esse hanno il grande compito di continuare a rendere presente il Cristianesimo nella regione in cui è nato. Ed è un nostro impegno favorire la permanenza di questa testimonianza. La partecipazione di tutta la comunità cristiana a questa grande opera di assistenza e di aiuto è un imperativo del momento presente». presenti ad «un serio impegno a rispettare e custodire il creato», essendo attenti a «contrastare la cultura dello spreco e dello scarto e a promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro».