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Funerali vittime treno Spagna: mons. Barrio, «non siamo un grido nel vuoto»

Il dolore unisce la Spagna e l’Italia. Lo ha ricordato ieri sera monsignor Julián Barrio, arcivescovo di Santiago de Compostela, che in occasione dei funerali delle 79 vittime della tragedia del treno deragliato il 24 luglio alle porte della capitale della Galizia, ha rivolto un messaggio di cordoglio e solidarietà “alle vittime e ai feriti dell’incidente dell’autobus avvenuto” domenica in Italia.

A concelebrare i funerali nella cattedrale di Santiago de Compostela monsignor Juan Antonio Martínez Camino, segretario della Conferenza episcopale spagnola, in rappresentanza del presidente, il cardinale Antonio Rouco Varela. Presenti anche il premier Mariano Rahoy e i principi delle Asturie. Dopo un pensiero e un augurio di “pronta guarigione” ai feriti, monsignor Barrio si è rivolto alle famiglie delle vittime: “Dal primo momento vi abbiamo tenuto nel nostro cuore come anche loro. Abbiamo i vostri sentimenti e siamo dalla vostra parte. Soprattutto, dal primo momento, Papa Francesco ci ha accompagnato con la sua vicinanza spirituale, con il suo fraterno affetto e con la sua emozionata solidarietà. Lo ringraziamo vivamente”. L’enorme dolore per l’incidente e le sue vittime “lo abbiamo vissuto nella fede, nella speranza cristiana e nel mistero, sentendo la vicinanza della nostra gente”.

Gente, ha aggiunto l’arcivescovo, “che si è prodigata per badare alle vittime” e “per mitigare l’immenso dolore”. Ugualmente “i nostri sacerdoti hanno offerto la loro disponibilità”. Monsignor Barrio ha, quindi, osservato: “Viviamo nella certezza della Parola di Dio. E Cristo ci dice: ‘Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà per sempre”. Con questo convincimento “vorrei, care famiglie, asciugare le vostre lacrime e alleviare il vostro dolore”. Per l’arcivescovo, “la fede in Gesù Cristo ci sostiene nella nostra peregrinazione terrena e ci rafforza nella convinzione che l’ultima parola la tiene Dio ed è sempre una parola di vita. Solo questa speranza può consolare adeguatamente la perdita dei nostri cari e dare un senso alla loro vita e alla loro morte, riannodare un dialogo con loro che la morte ha interrotto bruscamente e consolidare i vincoli di comunione reale, garantita da Cristo”. Tutto “ha senso nelle nostre vite. Non siamo un grido nel vuoto. La sofferenza e la morte sembrano contraddire la buona notizia dell’amore di Dio e far tremare la nostra fede”. Ma “la fede ci dice che il nostro dolore unito a quello di Cristo nella croce porta salvezza”. Per questo, ha concluso, “tutta la tristezza per la morte dei vostri cari è sacra”.