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Genocidio armeni: card. Marx, «non lasciare dubbi sul grande crimine». Ora riconciliazione tra Turchia e Armenia

Sulle polemiche e le tensioni con la Turchia seguite al voto del Bundestag tedesco definisce «genocidio» l’uccisione di oltre un milione di armeni compiuta nel 1915, interviene il presidente dei vescovi tedeschi.

«È una questione di onestà non lasciare dubbi sul fatto che quel ‘grande crimine’ (come lo chiamano gli armeni) non sia uno degli eccessi connessi con la guerra, ma uno sterminio sistematico, un genocidio». Così sottolinea il cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi, in una dichiarazione pubblicata dopo il voto del Bundestag che a larghissima maggioranza ieri ha approvato la risoluzione che definisce «genocidio» l’uccisione di oltre un milione di armeni compiuta nel 1915. 

È un dovere verso i discendenti di quel popolo, dice Marx, ma aiuta anche i tedeschi che, «vista la loro storia nella prima metà del XX secolo, possono meno di tutti ergersi a insegnanti per altri popoli», tanto più che «il Reich tedesco, alleato degli Ottomani nella prima Guerra mondiale, era a conoscenza di quegli eventi, ma non fece nulla per influenzare il governo di Costantinopoli».

Fu «fredda indifferenza» che ancora oggi è «per noi tedeschi motivo di vergogna», scrive il cardinale. Guardare al passato «non deve mai essere un modo per regolare vecchi conti e accusare altre nazioni», sottolinea il card. Marx, parafrasando alcune parole della risoluzione parlamentare, ma deve «aprire un futuro di cooperazione, guardando oltre le tombe delle colpe». In questo spirito, la Germania si rende disponibile a un servizio di promozione al dialogo, alla cooperazione e riconciliazione tra Turchia e Armenia, «in amicizia con entrambe i popoli».