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Grecia: Caritas, bloccati anche i soldi per aiutare i poveri

In Grecia, con la chiusura delle banche, la situazione di povertà si sta aggravando ancora di più, con il rischio di una emergenza umanitaria. Gli effetti stanno già colpendo direttamente anche la Caritas, che vive come tutti una situazione di grave stallo e incertezza perché non può ritirare soldi per aiutare i poveri, come conferma al Sir padre Antonio Voutsinos, presidente di Caritas Hellas.

«La situazione che già esiste si aggraverà per i più poveri: non possiamo prelevare nemmeno i nostri contanti dalle banche per aiutarli né possiamo farci inviare denaro dall’estero. Se continuerà questa situazione a luglio non potremo dare aiuti alle famiglie che sosteniamo ogni mese. Io vivo in una diocesi alle Cicladi: ogni mese aiutiamo centinaia di famiglie, questo mese non si sa se potremo farlo». Il presidente di Caritas Hellas racconta che molte Caritas europee chiamano per offrire aiuti ma i soldi non possono essere ritirati. «Non possiamo ricevere offerte in nessun modo – spiega -. Se non si aprono le banche non c’è nessuna soluzione. Stamattina sono stato in qualche banca per provare a ritirare qualche somma come Caritas, non è stato possibile. Abbiamo una farmacia sociale, distribuiamo medicine ma non bastano. Nelle isole è ancora più difficile che arrivi cibo e medicine. E se un’automobile si guasta non si può riparare».

«Avremo maggiori problemi nell’aiutare le persone che non hanno cibo e medicine – prosegue padre Voutsinos -, né i soldi per pagare le bollette. Ma non mandateci ancora denaro perché non sappiamo se sarà svalutato». Finora la Caritas ha ancora scorte di cibo e medicine «la gente è ancora tranquilla ma non si sa cosa ci aspetta»: «Senza il denaro non si possono acquistare le medicine, non si possono pagare le pensioni o gli impiegati, è una catena piena di problemi» e «si rischiano tensioni e scontri sociali». «Non sappiamo quando finirà e cosa succederà. Aspettiamo fino a domenica o lunedì prossimo – conclude -, sperando si trovi un accordo con l’Unione europea e si sblocchi tutto, altrimenti siamo in una brutta situazione».