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IRAQ: MONS. SLEIMAN, «A BAGHDAD CHIESE DANNEGGIATE MA APERTE PER DARE ASSISTENZA E RIFUGIO»

“Il patriarcato caldeo di Baghdad non è agibile. Missili sono esplosi vicino alla chiesa dei Carmelitani, tanto che una parte del soffitto è rimasta sospesa proprio sopra l’altare. Tra la popolazione serpeggia il timore per un lungo assedio, ma tutte le chiese sono rimaste aperte, pronte a dare assistenza e rifugio alla popolazione”. E’ la testimonianza di monsignor Jean Benjamin Sleiman, vescovo latino di Baghdad, raccolta da SAT 2000 per lo speciale “Tg tg”, il “metatelegiornale” della tv tematica cattolica in onda tutti i giorni a partire dalle 14.30.

“Il patriarcato caldeo di Baghdad ha subito dei danni, i vetri sono tutti rotti – racconta monsignor Sleiman a SAT 2000 –. Rimane aperto solo per lavoro, ma per prudenza non ci si puoò più dormire. Ma non è solo il patriarcato ad aver subito danni: anche altre strutture ecclesiastiche della città non sono state risparmiate. C’è ad esempio la chiesa dei Padri carmelitani. Non ha ricevuto direttamente delle bombe, ma i missili sono esplosi proprio liì vicino. I vetri anche sono andati in frantumi e il tetto ha ceduto, tanto che adesso una parte del soffitto è rimasta sospesa sopra l’altare”.

Ad aggravare la condizione dei cittadini di Baghdad è stata anche una tempesta di sabbia, che ha reso la situazione ancora più drammatica: “La situazione della città è sempre uguale – prosegue Sleiman –: ci sono bombardamenti di tanto in tanto, ma oggi, ciò che davvero fa la differenza è di avere finalmente un tempo piuttosto normale. Abbiamo avuto due giorni di tempesta, e la sabbia ha coperto tutto, celando il sole e impedendo di vedere qualsiasi cosa. E poi è diventata rossa, ma un rosso minaccioso, come se fosse sangue. Oggi invece il clima è molto più primaverile, più sereno, anche se purtroppo per quanto riguarda la guerra le cose non sono molto cambiate”.

“La popolazione dell’Iraq è una popolazione oramai esausta. Sono decenni che la loro vita prosegue in questo modo, tra guerre, repressioni, sofferenze. In particolare, gli ultimi quindici anni sono stati molto, molto duri per tutti gli iracheni. Tra i cittadini serpeggia la paura di dover sopportare un lungo assedio – avverte monsignor Sleiman –. Per loro quest’ansia non è certo nuova, anche se, di tanto in tanto, qualche fatto la rende ancora più drammatica. Come il missile che ieri ha provocato la morte di diversi civili. Penso che la gente non desideri altro che la fine di tutto questo”.

“Tutti i vescovi cattolici ortodossi, come del resto i loro sacerdoti, sono rimasti nelle loro chiese e nei loro uffici – assicura il vescovo latino di Baghdad –. Tutte le chiese sono infatti sempre aperte. Le porte vengono chiuse esclusivamente per motivi di sicurezza, ma la presenza dei pastori all’interno è continua. Proseguiamo la nostra vita cristiana e liturgica, che rimane press’a poco la stessa. Abbiamo però deciso di anticipare tutte le funzioni, per far tornare i fedeli a casa in tempo prima che faccia buio. Recitiamo la messa tutti i giorni, al venerdì abbiamo sempre la via crucis e in certe chiese ci sono anche conferenze di quaresima che continuano”.

“Si continua ad andare avanti – conclude monsignor Sleiman –. Le chiese comunque, sono preparate per altre eventualita’: dar da mangiare qualche volta anche a quelli che non ne avranno più, e dare protezione, tanto che le chiese che hanno una cantina abbastanza grande la utilizzano come rifugio”.