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Israele: Presidente Peres, nostri nemici non abitanti di Gaza ma i terroristi

Shimon Peres, aprendo oggi ad Haifa l'assemblea annuale del Consiglio dei Leader Religiosi d'Israele, è intervenuto sull'escalation di violenze nella Striscia di Gaza e sui raid israeliani.

«Lo Stato d’Israele e i suoi residenti nel sud sono sotto attacco. Questa mattina alcuni razzi sono stati lanciati su Israele, dei civili sono stati uccisi e bambini feriti. I bambini nel sud vivono continuamente sotto la minaccia della caduta di missili. Sono terrorizzati. Non c’è altra nazione che ama la pace e odia gli spargimenti di sangue quanto Israele. I nostri nemici non sono gli abitanti di Gaza; i nostri nemici non sono i musulmani. I nostri nemici sono i terroristi che agiscono in maniera sconsiderata e irragionevole». Lo ha detto il presidente israeliano Shimon Peres aprendo oggi nei Giardini Baha’i di Haifa, l’assemblea annuale del Consiglio dei Leader Religiosi d’Israele che include i capi di tutte le religioni presenti in Israele. Ha partecipato alla conferenza anche una delegazione speciale di 19 Imam, capi della Comunità musulmana francese, venuti in visita in Israele per far udire chiaramente la loro voce contro l’estremismo e il terrorismo. Secondo quanto riferisce una nota dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede, Peres ha sottolineato che «la mano d’Israele è tesa verso la pace ma che Israele farà di tutto per proteggere i suoi cittadini. Il mondo inizia a comprendere che agiamo con responsabilità e non prendiamo la vita umana alla leggera. Io non conosco alcun paese che si sia contenuto così al lungo come ha fatto Israele durante gli attacchi nel Sud».

Non è mancato un commento all’operazione di mercoledì scorso da parte dell’esercito israeliano che aveva come obiettivo Ahmed Jabari, e le armi di Hamas: «L’Idf (Forza di difesa israeliana) ha compiuto ogni sforzo possibile per evitare vittime civili. Jabari era un pluriassassino, responsabile di attacchi terroristici e dell’uccisione di molte persone. Mi congratulo con l’Idf e con i servizi di sicurezza per questa importante operazione strategica condotta in maniera accurata e chirurgica». Dal presidente è giunta anche l’esortazione ai leader religiosi ad unirsi ed opporsi agli spargimenti di sangue e a lavorare insieme per la pace: «I leader religiosi hanno un ruolo importante nel porre fine al terrore attuato in nome della religione. Noi dovremmo essere uniti nel nostro appello contro il terrore e i massacri, a favore del rispetto per il valore della vita umana. Dobbiamo lavorare insieme, per invitare alla ragione e salvaguardare la vita di tutti i nostri figli. Questo è un contributo concreto, religioso e umanitario».

Tra i presenti all’assemblea i rabbini Shlomo Moshe Amar e Yona Metzger, l’imam Mouhammad Kiwan, l’arcivescovo Aris Shirbenian, il Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa, il patriarca greco Theophilos III, l’arcivescovo mons. Elias Chacour, il patriarca Latino Fouad Twal, e il capo del movimento Baha‘i, Albert Lincoln.