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Kosovo: ucciso leader dei serbi Ivanovic. Krastev, «segnale pessimo per la regione balcanica»

(Sofia) «L’assassinio di Oliver Ivanovic, leader politico promettente dei serbi di Kosovo, è un segnale molto negativo che rimanda ai processi nei Balcani occidentali e in modo particolare per il Kosovo dove la situazione rimane tesa in relazione ai problemi irrisolti tra Belgrado e Pristina». È il commento rilasciato al Sir dell’analista politico ed esperto di questioni balcaniche, Nikolay Krastev.

Questa mattina, nella città di Kosovska Mitrovica, in Kosovo, Oliver Ivanovic è stato ucciso con cinque colpi di pistola vicino alla sede del suo partito di iniziativa civica «Sloboda, demokratija, pravda – Sdp» (Libertà, democrazia e giustizia). La notizia che ha scosso i Balcani, ha fatto cessare le negoziazioni a Bruxelles tra la delegazione del governo serbo guidata dal premier Alexander Vucic con la delegazione di Pristina. Sia le autorità serbe che quelle kosovare hanno condannato l’accaduto con appelli a trovare velocemente i responsabili, ma da parte serba l’uccisione viene interpretata come «un attentato ai serbi in Kosovo». Forte anche la reazione dell’Ue che spera che le autorità risolvano presto il caso, mentre auspicano che «la popolazione rimanga calma». «Ci sono diverse versioni dei fatti: che siano opera dei nemici dell’integrazione oppure degli estremisti serbi che non accettano la politica moderata di Ivanovic, uomo della pace e del dialogo», afferma Krastev. «Ma è certo che questo fatto darà fuoco alla retorica pericolosa che purtroppo nella regione non ha mai cessato».

Per l’analista politico, «il triste fatto che la criminalità a Kosovska Mitrovica è aumentata negli ultimi anni; è un luogo fuori dalla legge e i criminali ne approfittano». A suo avviso, «le forze internazionali dell’Eulex e della Kfor dovrebbero impegnarsi di più ed esercitare maggiori controlli» e la comunità internazionale dovrebbe «lavorare maggiormente sia con la comunità serba locale che con quella albanese». Krastev ritiene inoltre «che la prospettiva dello sviluppo della regione diventerà ancora più complicata e spera che il caso verrà risolto presto perché i serbi lo useranno come pretesto per rallentare il processo per riconoscere il Kosovo mentre gli albanesi chiederanno maggiori poteri nella regione del Nord, fatto che già irrita Belgrado». Oliver Ivanovic, uno dei principali leader dei serbi del Kosovo, era stato arrestato nel 2014 accusato di coinvolgimento nell’omicidio di alcuni albanesi nel 2000. Ivanovic aveva rigettato le accuse ma nel gennaio 2016 era stato condannato in primo grado a nove anni di reclusione da giudici della missione Ue Eulex. Il verdetto era però stato impugnato dalla Corte d’appello di Pristina, che aveva ordinato una ripetizione del processo.

In passato Ivanovic era stato segretario di stato per il ministero serbo per il Kosovo e Metohija dal 2008 al 2012. Ivanovic non era ben visto, all’epoca, da Slobodan Milosevic ed era considerato rivale in politica anche dal presidente serbo attuale Alexander Vucic. La città di Kosovska Mitrovica è divisa in due: una parte serba e una parte albanese.