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Libano, dimissioni Hariri. Card. Boutros Rai, «vigiliamo su chi vuole destabilizzare il Paese»

Dopo le dimissioni improvvise del primo ministro Saad Hariri, la prima urgenza è quella di vigilare per far fronte a «qualsiasi trama o intento di sabotaggio intesi a minare la stabilità del Libano». Con queste parole il patriarca maronita, cardinale Bechara Boutros Rai, ha deplorato la decisione del premier libanese di annunciare le proprie dimissioni mentre era in trasferta in Arabia Saudita, mettendo in guardia dagli effetti destabilizzanti che tale scelta potrebbe avere sui fragili equilibri nazionali.

Secondo quanto riferito da Fides, nell’omelia della messa celebrata ieri, il primate della Chiesa maronita ha richiamato tutti a sostenere l’appello lanciato dal presidente libanese Michel Aoun affinché venga protetta e rafforzata l’unità nazionale, mostrando pazienza e discernimento nelle scelte da prendere per impedire che il Paese dei Cedri sia risucchiato nella spirale di conflitti che continuano a tormentare gli scenari del Medio Oriente. Il Libano – ha aggiunto il patriarca Rai – non deve essere spinto ad allinearsi in maniera coercitiva «in assi regionali o internazionali che non corrispondono alla sua natura, ai suoi valori e al ruolo che interpreta come elemento di cooperazione, stabilità e coesistenza nella regione mediorientale».

Il premier libanese Saad Hariri ha annunciato a sorpresa le dimissioni sabato 4 novembre, mentre era in visita – per la seconda volta in cinque giorni – in Arabia Saudita. L’annuncio delle dimissioni è stato dato dallo stesso leader sunnita libanese con un discorso trasmesso dalla tv satellitare al-Arabiya, nel quale ha attaccato duramente il movimento sciita libanese Hezbollah – collegato all’Iran – accusandolo di «puntare le proprie armi» contro gli abitanti di Yemen, Siria e Libano, e ha fatto intendere di temere un attentato contro la propria vita. Il leader Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha risposto alle accuse affermando che le dimissioni del sunnita Hariri sono state una decisione «imposta» dall’Arabia Saudita e che anche il discorso del premier dimissionario «è stato scritto dai sauditi».

Il card. Rai solo pochi giorni fa era stato invitato ufficialmente a visitare l’Arabia Saudita dove avrebbe incontrato anche re Salman e il principe ereditario Mohamed bin Salman. Con i nuovi sviluppi la visita diventa improbabile come ammette il sacerdote maronita Rouphael Zgheib, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Libano: «Una trasferta del patriarca in Arabia Saudita, in questo momento, rischia di apparire come una scelta di campo, e questa non era certo l’intenzione del patriarca, che aveva già dichiarato di essere disposto a visitare l’Arabia Saudita per aprire nuovi ponti verso tutti».