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MALI, A GAO DISTRUTTA CHIESA E SEDE CARITAS: 200 CRISTIANI TEMONO PER LA LORO SORTE

Bamako (Agenzia Fides) – L’ufficio locale della Caritas a Gao, nel nord del Mali, è stato distrutto insieme alla chiesa del posto, dopo che i ribelli Tuareg si sono impadroniti della città durante lo scorso fine settimana. Lo afferma Caritas Mali in un comunicato inviato all’Agenzia Fides. Nonostante il conflitto nel nord e il golpe militare dello scorso mese, Caritas Mali afferma di continuare le operazioni per fornire aiuti alimentari alle popolazioni bisognose nel resto del Paese.I ribelli tuareg hanno preso il potere in tre capoluoghi di regione in altrettanti giorni. Il principale gruppo ribelle è il Movimento Nazionale per la Liberazione della Azawad (MNLA). Al suo fianco operano il gruppo islamico Ansar Edine e Al Quida nel Maghreb Islamico (AQMI). Secondo notizie di stampa, nelle ultime ore i miliziani islamici avrebbero cacciato gli uomini dell’MNLA dalle posizioni conquistate a Timbuctu e in altre località.P. Jean-Jacques, direttore di Caritas Gao, informa: “Sabato sera, 31 marzo, siamo riusciti a fuggire dalla città di Gao, dopo aver appreso che alcuni gruppi ribelli islamici stavano dando la caccia ai sacerdoti e ai religiosi per ucciderli. Sabato pomeriggio, i ribelli che erano stati cacciati dalla città si sono raggruppati per poi conquistare Gao, abbandonata dalle forze armate. Ci è stato comunicato che la missione e la chiesa sono state distrutte. Abbiamo anche ricevuto delle chiamate dai cristiani rimasti a Gao in cui ci dicevano che si nascondono e hanno paura per la loro vita. Sono circa 200 i cristiani restati in città”.La capitale del Mali è calma. “Tutto è normale qui a Bamako” ha detto Théodore Togo, il Segretario Generale di Caritas Mali. “Stiamo monitorando la situazione nel nord. Siamo stati costretti a interrompere le nostre operazioni oltre che a Gao anche a Mopti, ma queste continuano nel resto del Paese, per aiutare le persone colpite dalla crisi alimentare. “Caritas Mali sta distribuendo mais, miglio, riso e sorgo, così come sementi a oltre 100.000 persone colpite da una grave crisi alimentare. “Se i ribelli limitano le loro attività al nord, la maggior parte dei nostri programmi di aiuto sarà in grado di continuare come previsto” conclude Théodore Togo.