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Mali, Caritas: enormi difficoltà negli aiuti

Con il protrarsi dei combattimenti in Mali, la situazione umanitaria si aggrava di giorno in giorno. Da gennaio 2013 sono ormai oltre 9.000 i nuovi profughi, in aggiunta ai 400.000 già presenti tra sfollati interni e rifugiati nei paesi limitrofi. Le ultime stime parlano di possibili ulteriori 300.000 sfollati interni e di altri 400.000 nuovi rifugiati.

 Sono le cifre fornite oggi da Caritas italiana, che racconta le “enormi difficoltà” incontrate dalla Caritas del Mali e le Caritas di Burkina Faso, Niger, Mauritania, per portare aiuto alle popolazioni in fuga. Il piano di intervento Caritas prevede al momento di distribuire a oltre 45.000 persone: 1900 tonnellate di beni alimentari per 3 mesi, 350 tende, 30.000 teli, 15.000 coperte e 1.000 Kit igienico sanitari, nonché un sostegno psicologico volto a favorire la coesione e la pace tra la popolazione sconvolta e divisa dal conflitto.

Caritas Italiana rilancia l’appello del Papa di domenica scorsa perché “cessino le stragi di civili inermi” e “si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato” e intensifica il sostegno alla Caritas del Mali e a tutte le Caritas dell’area del Sahel. Quest’ultime chiedono un intervento con “immediati aiuti umanitari”, in una prospettiva di impegno a medio e lungo termine. 

I bisogni di acqua, cibo, materiale per l’igiene, tende e coperte, medicinali, sono infatti enormi, ricorda Caritas italiana, mentre permangono difficoltà di accesso in molte delle zone a causa del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in tutto il paese. L’Osservatorio delle situazioni di sfollamento interno (Idmc) ha lanciato l’allarme per “gli spostamenti di migliaia di maliani in fuga continua dalle zone di combattimento, in pieno deserto e in zone ostili, prive di strutture sanitarie e con un accesso sempre più limitato a cibo e acqua”. La situazione è aggravata dalla chiusura del confine algerino a nord e dai controlli sempre più serrati sul lato mauritano.

Caritas rilancia l’appello per l’apertura di corridoi umanitari per “la fornitura di aiuti essenziali alla popolazione civile che ancora una volta è la principale vittima del conflitto”. Anche i vescovi del Mali hanno lanciato un appello alla solidarietà nei confronti “dei nostri compatrioti direttamente toccati dal conflitto: gli sfollati e i rifugiati, le famiglie in lutto, le forze armate e di sicurezza”.

La Conferenza episcopale, informa l’agenzia Fides, ha deciso di promuovere una mobilitazione nazionale per raccogliere “risorse finanziarie e materiale per aiutare” le vittime del conflitto. I vescovi verranno ricevuti oggi dal presidente del Mali, Dioncouda Traoré.