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Meeting Grottammare: mons. Pizzaballa, distrutti due terzi della città di Aleppo

«Due terzi della città di Aleppo sono stati distrutti. Servirà molto tempo per la ricostruzione ma ci vorrà ancora più tempo per ricostruire un tessuto sociale solido». Mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, ospite oggi, a Grottammare, del Quarto meeting nazionale dei giornalisti cattolici e non, ha tracciato un quadro della situazione in Medio Oriente. 

«Nel 2016 da Betlemme – ha detto – sono partite 128 famiglie cristiane, circa 500 persone, tutte famiglie con figli. Sono andate via perché non sanno quale potrà essere tra qualche anno la situazione, se i loro figli avranno ancora il muro. Mi hanno detto ‘la partenza sarà difficile, ma poi per loro sarà meglio’. Parlare di speranza in questo contesto complesso è difficile».

«Sono rimasto positivamente colpito dalla testimonianza cristiana in zone come quella di Aleppo», ha aggiunto: «Nel periodo peggiore della guerra il problema principale era l’acqua: le fonti erano controllate da Isis e non tutti avevano pozzi artesiani. Li avevano parrocchie e conventi. I giovani, in quei giorni, nonostante i pericoli, giravano per la città con i camioncini per portare l’acqua alla gente».

Il negoziato per l’accordo fondamentale tra Israele e Santa Sede è in dirittura d’arrivo, ha annunciato mons. Pizzaballa. «Potrebbe essere firmato entro quest’anno».  «Poi bisognerà interpretare l’accordo», ha aggiunto. Riflettendo sulla situazione in Medio Oriente, mons. Pizzaballa ha sottolineato che «siamo in un periodo di cambiamenti epocali, ma ora non sappiamo quale sarà la situazione tra cinque anni. In Terra Santa apparentemente non ci sono cambiamenti epocali, c’è la politica dei fatti sul territorio. In Terra Santa l’Isis non c’è, ma l’ideologia Isis è arrivata anche lì e forte è la preoccupazione per le piccole comunità come quella cristiana».