Mondo

Migrazioni: mons. Tomasi (Santa Sede), «Mediterraneo cimitero silenzioso»

«Troppe vittime hanno trasformato le acque del Mediterraneo in un cimitero silenzioso. Politiche di controllo dei confini eccessivamente restrittive, hanno spinto migliaia di richiedenti asilo a intraprendere un viaggio fatale nel quale i loro sogni e le loro vite sono andati frantumi». È quanto ha ricordato l'arcivescovo Silvano Tomasi, Rappresentante permanente delle Santa Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra, parlando nel corso della 65ma sessione del Comitato esecutivo dell'Unhcr, l'agenzia dei rifugiati dell'Onu. Persone alla «ricerca di un rifugio sicuro e di una vita dignitosa», che «consapevolmente rischiano la morte su barche fragili e spesso la crudeltà dei contrabbandieri».

Il rappresentante della Santa Sede ha ricordato «l’ospitalità dei Paesi africani» definita «un grande salvavita nelle tante crisi che hanno tormentato il continente negli ultimi decenni», aggiungendo, tuttavia, che «un rinnovato impegno in una politica di prevenzione è ormai urgente. Gli sforzi della comunità internazionale per prevenire i conflitti e il malgoverno che soffocano lo sviluppo, sono necessari al fine di ridurre il numero di sfollati. È necessario un cambiamento di mentalità, che rifiuti la violenza come mezzo di confronto personale e comunitario e che trascenda gli interessi tribali, etnici e nazionali al servizio del bene comune». «La volontà politica di prevenzione dei conflitti attraverso il dialogo e l’inclusività – ha concluso mons. Tomasi – unita a una efficace solidarietà che colmi il divario tra regioni del mondo sviluppate e in via di sviluppo aprirà la strada ad un futuro di pace».