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NIGERIA, AMINA E’ STATA ASSOLTA

Amina Lawal è stata assolta oggi dalla Corte islamica di Katsina, capitale dell’omonimo Stato del nord della Nigeria, che ha così accettato la richiesta d’appello presentata dalla difesa della donna contro la condanna a morte per lapidazione decisa da un altro tribunale islamico. Amina era stata originariamente condannata a morte per lapidazione due anni fa per aver avuto un figlio al di fuori del matrimonio, ma la sua sentenza era stata rinviata fino a che non avesse svezzato sua figlia, Wassila. La donna, che ha altri tre figli nati all’interno del matrimonio, ha sempre sostenuto di non aver fatto nulla di male e di essere rimasta incinta di un uomo che le aveva promesso di sposarla. L’uomo non lo fece e la lasciò incinta. Non solo, ma, interrogato dal tribunale, dichiarò di non essere il padre e di non aver mai avuto rapporti sessuali con Amina e portò tre testimoni maschi che giurarono che era vero quanto da lui sostenuto.

Nella sentenza, letta dal presidente Ibrahim Maiangwa, viene sottolineato che la Corte d’Appello ha giudicato “assolutamente sbagliata” la decisione dell’Alta Corte della Shariah, per cui ha deciso di assolvere Amina.

Il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo aveva detto in precedenza di essere sicuro che se il caso Lawal avesse raggiunto la Suprema Corte, avrebbe trovato la sua giusta conclusione. La Suprema Corte infatti non si basa sulla legge islamica della Shariah che invece è praticata in 12 dei 36 stati nigeriani.