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Ora legale, costi e benefici. Parlamento Ue chiede a Commissione una «valutazione approfondita»

(Strasburgo) L’alternanza semestrale tra ora legale e solare non sarà abolita, ma se ne chiede una «revisione». In questo senso si esprime il Parlamento europeo con una risoluzione approvata ieri in chiusura della plenaria a Strasburgo. 

La risoluzione non legislativa, spinta dai Paesi del nord, afferma che l’opinione pubblica «è preoccupata per il cambiamento biennale dell’orario», che segna l’inizio e la fine dell’estate, e che attualmente si compie l’ultimo fine settimana di marzo e di ottobre. «Numerosi studi non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive, ma hanno segnalato l’esistenza di possibili effetti negativi sulla salute umana». Gli eurodeputati chiedono (con 384 voti favorevoli, 153 contrari, 12 astensioni sulla risoluzione odierna) alla Commissione di condurre una «valutazione approfondita» della direttiva sull’ora legale e, se necessario, di formulare una «proposta di revisione». I deputati hanno peraltro ribadito è «fondamentale mantenere un regime orario uniforme a livello di Unione».

L’attuale direttiva sull’ora legale, entrata in vigore nel 2001, prevede una data e un’ora comuni per l’inizio e la fine del periodo dell’ora legale in tutta l’Ue, «al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato interno».