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Pace: Vaccari (Rondine), diplomazia popolare affianchi quella ufficiale

Franco Vaccari, presidente di Rondine, ha aperto questa mattina ha aperto ad Arezzo il convegno, organizzato insieme all'istituto Maritain, «Pace e guerra tra le nazioni a 50 anni dalla Pacem in Terris»

«Affiancare la diplomazia popolare a quella istituzionale e politica per trovare soluzione ai conflitti in atto nel mondo»: è la ricetta di Franco Vaccari, presidente dell’associazione Rondine Cittadella della pace, che questa mattina ha aperto ad Arezzo, (fino a domani), il convegno, organizzato insieme all’istituto Maritain, «Pace e guerra tra le nazioni a 50 anni dalla Pacem in Terris». La crisi scoppiata a Gaza, infatti, ha fatto da sfondo alla sessione mattutina dei lavori. «Davanti a questo conflitto – ha dichiarato al SIR – Vaccari rafforza questa nostra convinzione e la scelta di ripartire dalla persona e dalle relazioni concrete. Tutto il resto si rivela fragile. Rafforzare le ragioni dell’amicizia per indebolire ed eliminare quelle dell’inimicizia. Sono relazioni nuove che si costruiscono negli anni, per cui bisogna avere visioni di lungo termine».

«Fatti di oggi, come quelli di Gaza- è il parere di Vaccari – si evitano con un profondo lavoro culturale da portare avanti sin dall’adolescenza, educando i giovani all’amicizia sin da piccoli». E’ questa l’esperienza di Rondine Cittadella della pace che, ha spiegato il presidente, «ci insegna che è possibile arrivare sino alle Istituzioni politiche. Ai giovani viene insegnato il superamento della crisi guardando allo sviluppo dei loro popoli. Rondine vive l’esperienza della diplomazia popolare, l’amicizia che contagia e che chiama le Istituzioni politiche, economiche e civili a dare risposte importanti alle crisi. Diplomazia popolare e ufficiale devono per questo camminare di pari passo e lavorare in sinergia. Dove fallisce l’una può riuscire l’altra, perché l’amicizia sogna e vuole il futuro».